Zls Polesine, senza risorse rimane una sigla inutile

Polesine dimenticato per la Zona logistica semplificata secondo Roberto Neodo, coordinatore di Azione a Rovigo, il partito di Carlo Calenda

ROVIGO – “Anni che se ne parla, mesi che si dice “ci siamo” riguardo alla Zls Polesine, la Zona logistica semplificata relativa a Porto Marghera, al comune di Rovigo e ad altri comuni dell’Alto Polesine, ma siamo ancora al palo” afferma Roberto Neodo, coordinatore di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda.

“Gli esponenti politici locali quali l’assessore regionale Cristiano Corazzari, o il collega assessore Roberto Marcato, ma anche il presidente Luca Zaia, raccontano che la Zls non parte per non meglio precisati problemi burocratici, ma di burocratico non c’è nulla. La realtà è che ci sono forti resistenze nella maggioranza di governo ad estendere al Nord Italia i vantaggi della Zes (Zona Economica Speciale) prevista e già finanziata per il centro-sud del Paese.

Roberto Neodo

La deputata di Azione Mara Carfagna, già Ministro del governo di Mario Draghi, aveva già provveduto, prima della caduta del governo, a risolvere le questioni legislative per l’approvazione della Zls. Il problema che si sta trascinando da più di un anno riguarda la messa in bilancio dei finanziamenti, tra l’altro inferiori a quelli della Zes in quanto riguardano solo crediti d’imposta e vantaggi burocratici.

Nella recente legge di bilancio approvata dal governo non c’è traccia delle risorse per la Zls, nonostante il Ministro Antonio Tajani, quando è venuto in visita a Rovigo, avesse garantito il contrario, prendendo di fatto in giro la platea. Ora a questo governo non resterebbe altro da fare che finanziare il provvedimento.

Sarebbe quindi opportuno che il presidente Zaia e i suoi assessori, ma anche chi rappresenta il Polesine in parlamento, provassero a far sentire la propria voce chiedendo al loro governo di agire in tal senso. Viene da chiedersi quale sia il peso politico dei rappresentanti veneti della Lega e di Fratelli d’Italia, che per ora non sembra essere rilevante.

Alle organizzazioni sindacali, all’associazione industriali, ai partiti politici polesani, spetta il compito di far sentire la propria voce perché l’attuale silenzio è francamente assordante” conclude Neodo.

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