Zelo, successo per l’escursione storico/ciclistica, ma anche naturalistica

Sconfinando 5: in tanti per il percorso a anello da Zelo, passando per Pigozze, Ponte del passetto, Callalta, Conca di Canda, Trecenta, Pascolone, e rientro a Zelo

ZELO (Rovigo) – Un percorso di circa 17 km che si snoda lungo vecchi percorsi stradali e/o arginali che ricordano l’assetto idrografico del passato. Ritrovo in piazza Dante alle ore 8:45 con partenza ore 9:00

Percorso a anello da Zelo, passando per Pigozze, Ponte del passetto, Callalta, Conca di Canda, Trecenta, Pascolone, e rientro a Zelo. Così recitava il manifesto che pubblicizzava l’escursione storico/ciclistica ma anche naturalistica. Sbrigate le operazioni di rito con la registrazione dei partecipanti, consegna di una spillina/bandierina tricolore, e piccolo briefing dell’inossidabile Giorgio Maragna, il gruppo è partito in perfetto orario, scortato dai volontari Proloco e Associazione Nuova Zelandia che han garantito la sicurezza durante tutto il tragitto, e servizio scopa con un furgone. Manifestazione patrocinata, come di consuetudine, dall’amministrazione comunale.

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Il fischio delle ruote che girano veloci sull’asfalto, il tintinnio allegro dei campanelli tra le strade bianche e le capezzagne, suoni che fanno parte dell’identità di un territorio ancora tutto da riscoprire.

Ammirare un paesaggio che lascia trasparire qua e là qualche segno di un antico passato, testimoniato da toponimi e da tracce di sbancamenti o anse dei vecchi corsi del Castagnaro e del Tartaro, poi regimentati e fatti confluire nell’attuale canale collettore padano Tartaro Fissero Canalbianco. Percorsi che turisti stranieri stan conoscendo ed apprezzando, tant’è che sbarcando proprio a Zelo, con bici a seguito, si addentrano in questo territorio, gli stessi percorsi che proprio oggi, 2 giugno, han deliziato chi ha scelto di  “sconfinare”.

Il signor Maragna, con gran passione e professionalità ha svolto il ruolo di guida e in punti predeterminati ha stabilito le soste in cui narrando le vicende storiche che si son succedute, continua la sua opera di divulgazione e conservazione della memoria storica dei suoi luoghi natali.

Per esempio al “Corbottolo” termine di derivazione romana che attualmente possiamo definire “collettore” un tempo vi sorgeva un castello o una rocca con una guarnigione di un centinaio di fanti.  In tal posizione esisteva un passo, ossia un punto di passaggio che tramite un barcone con corda, fungeva da traghetto. Era  presidiato in quanto confine fra la Serenissima e gli Estensi. Tracce se ne trovano nella corrispondenza fra Isabella d’Este e Ippolito d’Este, lettere, dalle quali si apprende la sensazione, che nella zona vi erano venti di guerra, sfociata poi nella battaglia di Polesella.

Poco distante si narra di accampamenti di truppe spagnole, che non han esitato a saccheggiare, si legge “formento, fave, orzo,” in occasione della guerra di successione spagnola,  passando da Ficarolo. Altrettanto fecero le truppe francesi accampate vicino a Zelo.

Risaliti in bici si è proseguito in direzione Canda ove il responsabile della chiusa che regola il passaggio delle imbarcazioni ha simulato, giustappunto, un passaggio spiegando, facendo uso di una terminologia tecnica comprensibile a tutti quanti, le varie fasi della manovra. In chiusura ha ricordato che vi è la massima disponibilità nell’accogliere chi desidera effettuare una visita didattica, aperta a tutte le età e realtà, in particolar modo alle giovani generazioni per insegnare loro ad apprezzare,  amare e curare il proprio territorio. Successivamente dopo una piccola pedalata è stata apprezzata una sosta nella area attrezzata di Bagnolo di Po, in cui una prelibata merenda ed intermezzo musicale han ritemprato i partecipanti. Ripresa la strada per il ritorno altra sosta, in territorio di Trecenta, era d’obbligo, davanti al maestoso “Palazzon” oggetto di recente restauro, testimonianza degli antichi fasti di famiglie nobiliari quali i Bentivoglio ed i Pepoli, di origine bolognese, ma che avevano grandi interessi e possedimenti nelle nostre zone.  

A seguire il rientro per un percorso segnalato in vecchie mappe, la mitica Branzetta, che storicamente collegava Trecenta a Zelo, con una ultima sosta, prima dei saluti, a cui è seguita la consegna di una medaglia commemorativa della giornata, i ringraziamenti, e chi desiderava fermarsi ancora un po’, al “Campin” poteva ristorarsi con un cestino picnic.

Iniziativa applaudita e da estendere anche alle altre realtà locali, utile e propedeutica per creare rete nel territorio, di cui si sente la mancanza, e che sarebbe un ottimo volano per arricchire l’offerta facendo buon uso della mobilità lenta.

Ed è già stato abbozzato l’invito per il prossimo anno che sicuramente sorprenderà chi vorrà partecipare. Non rimane che attendere per soddisfare la curiosità.

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