ROVIGO – 30 nuovi soci (90 in totale), la Rugby Rovigo Delta ha ricostituito il capitale sociale, gode di ottima salute, ha un quadro economico stabile e sostenibile, prima alla fine della stagione regolare in campionato, e candidata allo scudetto. Il 3 maggio assemblea dei soci per il rinnovo della cariche sociali, Zambelli ha già posto degli obiettivi per i prossimi 3 anni, in primis l’adeguamento dello stadio Battaglini per gli standard internazionali. Il progetto c’è già (è quello presentato in piazza Vittorio Emanuele II nel vernissage dei rossoblù), servono 5 milioni di euro. Si cercherà di coinvolgere Comune di Rovigo, Regione Veneto, Federazione e probabilmente uno sponsor di peso.
CdA di viale Alfieri a 9, con due vicepresidenti, sarà poi allargato alle società del territorio con aggregati di Monti Junior Rovigo, Badia, Villadose e Frassinelle, un supporto ed un confronto continuo per camminare tutti insieme, perchè la provincia più ovale d’Italia deve riprendersi quello che merita. Un segnale importante quello tracciato dal patron Zambelli, ma non basta. Non più.
Giovedì 27 aprile in club house, allo stadio Battaglini, assemblea pubblica indetta dal patron della FemiCz Rovigo. Si aspettava una maggiore adesione il presidente, molti i soci presenti, al suo fianco Yarno Celeghin, Davide Breviglieri, il presidente della Monti Junior Rovigo, Damiano Libralon, nel ‘covo rossoblù’ qualche tifoso, ma il vero protagonista è stato il numero uno di viale Alfieri. Circa due ore di stilettate, frasi potenti, come nel suo stile, non ha usato mezze misure Zambelli per definire “mostro” l’impianto federale strutturato a piramide, con in cima le due franchigie, ovvero Benetton e Zebre, e a cascata tutte le altre. Zero investimenti sul Top10, qualche spicciolo rimasto in base ai risultati (160 mila euro a stagione nelle migliore delle ipotesi), un contributo inizialmente concepito per giocare in Europa, poi ridotto nel corso degli anni. Stadi tutti sulle spalle delle società o dei Comuni, quattro realtà strutturate per competere con soldi privati di imprenditori innamorati del rugby (a Rovigo il budget è di 1,5 milioni), che bisognerebbe solo ringraziare, invece le soddisfazioni bisogna cercarsele.
“Ho chiesto al presidente Fir, Marzio Innocenti, di poter giocare la finale scudetto a Rovigo”, ha sottolineato il presidente dei rossoblù, dall’anno scorso la Federazione ha stabilito come sede Parma, stadio delle Zebre. Campo neutro, non più nello stadio di una delle finaliste, e migliore classificata in regular season. E’ una questione di incasso, a norma di regolamento, al netto delle spese, andrebbe diviso tra le due società che disputano la finale scudetto, ma a Rovigo, e a Padova, non è arrivato nulla nel 2022. Poi c’è una questione meritocratica e logistica. Si giocherà domenica 28 maggio alle 21 (diretta su Rai2), Treviso sarebbe una soluzione migliore nel caso di un replay della finale dello scorso anno. Discorso diverso, ovviamente, se le finaliste fossero altre.
Il patron ha poi ufficializzato le voci di mercato delle ultime settimane.
“L’alto livello ci piacerebbe viverlo anche a noi – ha tuonato Zambelli – le Zebre (ovvero la Fir) ci hanno preso Montemuari e Stavile, secondo loro dovremmo essere come il settore giovanile della Federazione, nella speranza di mettere a disposizione qualche giocatore per l’alto livello, dobbiamo decidere se lottare per quello sport, o rassegnarci e voler bene ai nostri ragazzi, ed usare le risorse per il settore giovanile”.
Giovanni Montemauri si è dimostrato il miglior mediano d’apertura del campionato, dopo un anno a Rovigo, si è già guadagnato anche una chiamata azzurra per il Sei Nazioni. Bautista Stavile, arrivato da Viadana, ha infiammato subito il Battaglini mettendosi in mostra. Una grave perdita per il patron Zambelli, che ha rassicurato, “in caso di scudetto farò un grande regalo ai tifosi”. Il ds Polla Roux è già sul mercato da settimane, e la sensazione è che il Presidente il regalo lo abbia già fatto, e anche bello grosso.
Zebre e Benetton finanziate della Federazione con diversi milioni di euro (4-5 a testa), “Mi accontenterei di due milioni per giocare in Celtic – ha esclamato Zambelli – trovando il sostegno del Polesine, ma serve uno stadio adeguato per il rugby internazionale”. Licenze per il campionato Urc in scadenza prima o poi (2024), ma andranno rinnovate. “La Federazone non può pensare che l’impianto del rugby italiano resti agganciato a quelle due, è un meccanismo diabolico” ha sottolineato Zambelli.
La verità l’ha evidenziata Davide Breviglieri, dirigente ed ex rossoblù, “sarebbe sufficiente una buona franchigia a Treviso per rilanciare il campionato, le società minori crescono dei giocatori di Serie C, molti vengono persi. I tesserati U23 parcheggiati a Treviso e Parma sono un boomerang”. Si potrebbero così ridistribuire le risorse rimanenti sulle società di Top10, Serie A e ai settori giovanili territoriali. Gli U23 di interesse nazionale hanno praticamente perso un anno, giocando una manciata di minuti, potevano tranquillamente restare nelle società di appartenenza, fungendo da permit player.
“Siamo ad una svolta – ha ribadito Zambelli – faccio fatica a fare il presidente se continuo ad essere bastonato dai federali, mi sto impegnando per la ristrutturazione del Battaglini per gli standard europei, così supereremo l’alibi sul problema dello stadio. E’ un mostro a due gambe (ribadisce il patron), scrivetelo pure, non ho paura a dirlo. Invece di 5 milioni alle due franchigie se ne potrebbero dare 3, gli altri potrebbero andare ad altre realtà. A noi per esempio”.
Poi un ritorno ai problemi concreti, quelli del territorio, “Investiremo di più sul settore giovanile e meno su giocatori stranieri, ma non possiamo pensare che continuano a portarci via i giocatori migliori. Dobbiamo affrontare dei rischi con i nostri soldi, e poi ce li portano via”. In verità il sistema Federale andrebbe riformato, come abbiamo detto più volte, non può reggere. Serve un incentivo alle società (non le briciole e 10 palloni), un riconoscimento concreto per l’attività svolta in funzione della Nazionale, una sorta di bonus economico in relazione ai minuti giocati per atleti under 21 italiani o eleggibili, soldi veri in grado di avere una ricaduta economia sulle società che investono sui giovani. Soldi veri per rimodernare gli impianti (ovviamente con delle pezze giustificative), con 5 milioni all’anno si potrebbero creare dei piccoli gioielli, ci sono campi in Top10 dove per giocare in notturna serve ancora la torcia.
Tra le nuove proposte Federali c’è anche un regolamento allo studio per le società che disputano il massimo campionato italiano. Ovviamente sarà in deroga, l’Italia è famosa nel Mondo per questo.
Tra le regole per poter partecipare al Top10 ci sono stadi all’altezza, ed un budget minimo.
Per le risorse economiche sicuramente rientrano tra le “elette” FemiCz Rovigo, Petrarca Padova, Valorugby Emilia e Colorno, le attuali 4 semifinaliste. Le Fiamme Oro sono fuori classifica perchè sono della Polizia di Stato. Per tutte le altre c’è un grosso punto interrogativo, mentre per lo Stadio, e le caratteristiche minime per l’iscrizione al Top10, si salverebbero le prime tre. Con il Calvisano che rinuncerà all’iscrizione rimane un posto vacante al netto dello spareggio salvezza tra Cus Torino e Mogliano, il Verona potrebbe essere un candidato per l’eventuale ripescaggio. Ha il budget ed un impianto nuovo di zecca.
Intanto a Treviso, oltre ai contrattualizzati Fir U23, ci sarà anche l’Accademia U18, un segnale che inverte la tendenza di quanto ipotizzato all’inizio della nuova Governance del rugby italiano, con un decentramento dell’attività, dando alle società del territorio del Top10 risorse e potenzialità di sviluppo in ambito giovanile.
Giorgio Achilli