Una firma per crescere assieme

E’ stato siglato ieri, dai sindaci di Polesella e Guarda Veneta, Leonardo Raito ed Erminio Colò, il patto di territorio. Ora, la parola passa al referendum, domenica 29 e lunedì 30 ottobre

POLESELLA – GUARDA VENETA (Rovigo) – Una firma per dare un futuro ai nostri paesi, oggi in difficoltà, attanagliati da una mancanza di risorse che rende difficile erogare quei servizi che la cittadinanza giustamente domanda. Una firma per unirsi e accedere a quelle ingenti risorse che consentirebbero di superare questo problema e avviare un vero rilancio.

E’ stato siglato ieri, dai sindaci di Polesella e Guarda Veneta, Leonardo Raito ed Erminio Colò, il patto di territorio. Ossia un impegno scritto basato su tutte le risposte che le due comunità hanno fornito ai questionari distribuiti. In quelle pagine, le priorità che la prossima amministrazione, qualora dovesse andare in porto il progetto di fusione tra Polesella e Guarda Veneta, dovrà seguire. Per farlo, potrà contare sulle risorse aggiuntive messe sul piatto da Stato e Regione come incentivo alla fusione, in aggiunta ai normali trasferimenti: si parla di otto milioni di euro in 10 anni. Una enormità, per piccoli Comuni che faticano a chiudere i bilanci, attualmente.

Nel patto di territorio, si ricorda come entrambi i Municipi resteranno aperti, a Guarda con orari potenziati rispetto agli attuali, poiché si potrà contare anche sul personale di Polesella. Stesso discorso per le scuole, con la possibilità di programmare quei servizi oggi richiesti ma non erogabili, ma anche per tutti i servizi verso la terza età. Dal punto di vista di impresa, economia e lavoro, sarà possibile inserirsi nel progetto della Zls, la Zona logistica semplificata, che attrarrà in Polesine insediamenti e lavoro. Ancora, un importante programma di opere pubbliche, grazie alle risorse a disposizione, di manutenzioni e sistemazioni. Poi, una rappresentanza nella futura amministrazione frutto della fusione garantita per entrambe le comunità: se il sindaco sarà di Polesella, il vice sarà di Guarda, e viceversa. E la garanzia che entrambi i paesi manterranno l’identità, la cartellonistica stradale, la toponomastica; inoltre, le risorse a disposizione consentiranno di rafforzare e valorizzare ulteriormente le tradizioni locali.

A fare da “testimoni” alla firma del patto, il vicepresidente della Provincia Graziano Azzalin e l’europarlamentare Alessandra Moretti. Appartenenti a un mondo, quello della politica e delle istituzioni, che ha già espresso il proprio incondizionato, trasversale e unanime sostegno al percorso della fusione, a prescindere dai partiti di appartenenza.

Ora, la parola passa al referendum, domenica 29 e lunedì 30 ottobre. Si voterà nei seggi normalmente adibiti alle consultazioni elettorali, con la necessità della tessera elettorale. Chi dovesse averla smarrita, potrà rivolgersi in Comune, nei due giorni delle votazioni aperti anche con orario continuato. Domenica 29 si voterà dalle 7 alle 23, lunedì 30 dalle 7 alle 15. E’ previsto un quorum del 30% degli aventi diritto al voto, vale a dire tutti i cittadini maggiorenni, per quanto riguarda l’affluenza, che dovrà essere raggiunto in entrambi i Comuni. Allo stesso modo, il “sì” dovrà prevalere in entrambi i Comuni. Se dovesse scattare la fusione, gli attuali amministratori decadranno, per lasciare il posto a un commissario che porterà alle elezioni della nuova amministrazione, una unica per i due Comuni, che saranno comunque entrambi rappresentati: sia nella formazione delle liste, sia per il fatto che – come detto – se il primo cittadino sarà di uno dei due attuali Comuni distinti, il vice sarà dell’altro.

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