Una battaglia contro la violenza dello sfratto

Davide contro Golia, un cittadino contro il Tribunale cerca di far valere un proprio diritto inalienabile riconosciuto negli atti della esecuzione a cui è sottoposto il fratello

ROVIGO – “La provincia di Rovigo mi risulta essere ancora in Italia, e quindi si applicano le Leggi italiane, come il diritto inalienabile di abitazione previsto dall’articolo 1022 del Codice Civile. Non è che i giudici del Tribunale di Rovigo si svegliano una mattina e possono fare quello che vogliono…” sbotta il legale di un cittadino del medio Polesine che ha respinto pacificamente il primo tentativo di sfratto avvenuto lo scorso 19 settembre.

La vicenda, dolorosa come tante altre, lega due fratelli, di cui uno, il più giovane, in problemi finanziari. Proprietario di una villetta in campagna, con giardino e piccolo appezzamento di terreno agricolo, una decina di anni fa vende con atto notarile il diritto di abitazione al fratello più anziano di qualche anno poi, non riuscendo ad onorare gli impegni assunti con la banca, si ritrova esecutato del proprio bene, ovvero l’abitazione.

Il giudice stabilisce che l’immobile verrà messo all’asta e ordina una perizia di stima che, semplificando, sancisce nero su bianco tutti i passaggi di proprietà della casa e riporta correttamente il diritto di abitazione del fratello. In estrema sintesi, secondo il tecnico incaricato dal Tribunale, se il lotto sarebbe potuto essere venduto all’asta a partire dal valore corretto di 100 (ipotesi) se fosse stato libero, dovrà essere iscritto solo a 30 poichè il fratello ne ha diritto di abitazione (che viene valorizzato come 70), vita natural durante, come stabilito dal Codice Civile e ribadito da Alfredo Belluco, presidente della associazione “Sacra casa, sacra famiglia” che si sta battendo per non veder calpestati i diritti dei fratelli polesani.

“Non si contesta l’esecuzione, quindi la vendita all’asta – ribadisce Belluco – ma una seconda istanza, che non abbiamo mai vista o ricevuta, a firma di un altro giudice, che ordina lo sfratto del fratello con diritto di abitazione per poter procedere con l’asta dell’immobile a valore pieno, come se il bene fosse libero”.

La guerra contro il Tribunale di Rovigo è per quella che viene definita la “violenza dello sfratto prima dell’asta”. Vinta la prima battaglia lo scorso 19 settembre, il futuro rimane oscuro in quanto all’orizzonte se ne annunciano di sicuro altre.

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