L’incontro si terrà venerdì 13 dicembre 2024, alle ore 18:00, presso il Seminario Pio X di Rovigo e sarà aperto a quanti desiderano vivere un momento di riflessione personale  

ROVIGO – L’Azione Cattolica della Diocesi di Adria-Rovigo propone un momento di riflessione dal titolo “Dio non si stanca”, con l’intervento di Dom Stefano Visintin, Abate dell’Abbazia di Praglia.

L’incontro si terrà venerdì 13 dicembre 2024, alle ore 18:00, presso il Seminario Pio X di Rovigo, e sarà aperto a quanti desiderano vivere un momento di riflessione personale in preparazione alla festa del Santo Natale. Dom Visintin è un fisico nucleare, con esperienza di ricerca internazionale, che ha poi abbracciato la vita monastica. Attualmente, oltre ad essere Abate dell’Abbazia di Praglia, una delle abbazie più antiche dell’Occidente cristiano, insegna Teologia Fondamentale al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma.

Il tema si riferisce alla pazienza di Dio che non si stanca, come dice Papa Francesco, “non desiste dopo il nostro no; ci lascia liberi anche di allontanarci da lui e di sbagliare”. “Pensare alla pazienza di Dio – spiega l’Azione Cattolica della Diocesi di Adria e Rovigo – significa pensare alla misericordia, la quale può costituire la struttura che dà la forma all’essere cristiani oggi. Questo tempo chiede ai cristiani e all’Azione Cattolica, in particolare, una ricerca e una proposta nuova. La ricerca del senso e della pratica della fede che fa i conti con il cambiamento d’epoca e la complessità che lo caratterizza, attraverso impegno, riflessione e mediazione, nella discussione, nelle scelte e nei vincoli dell’esistenza. Questa ricerca incontra la proposta di una nuova forma di essere cristiani, come si dice, necessaria nei tempi nuovi, quando il modo di essere e di fare precedenti non sembrano più adatti a dialogare con l’uomo contemporaneo. Con pazienza si tratta di mettere in campo un insieme di riflessioni, di convinzioni, di sensibilità, di azioni, con cui sia possibile vivere autenticamente il Vangelo. La necessità di questo processo trova la propria ragione nel fatto che la storia ci ha deformati fino a renderci stanchi e ininfluenti.

“Occorre ritrovare allora una forma della fede – continua l’Azione Cattolica –  visibile e vivibile dentro la vita condivisa. Torna alla memoria l’antico adagio che illustra la dinamica degli Esercizi Spirituali nel metodo di S. Ignazio di Loyola ‘Deformata, reformare; reformata, conformare; conformata, confirmare; confirmata, transformare’. Ascolteremo le ragioni e le motivazioni del credere di chi praticava il metodo scientifico, quindi con un linguaggio più sintonizzato con le moderne evidenze. Questo è solo uno degli elementi che interrogano la nostra fede, ma potremo accennare al mondo digitale, alla condizione dei giovani, alle dinamiche dell’economia della disuguaglianza, alle guerre infinite, all’ambiente devastato. Agendo in modo diverso, si pensa in modo diverso. Nelle nostre parrocchie, come nei monasteri, il modo in cui si fanno le cose, si parla, si decide, si organizza risente di come si pensa, del quadro di riferimento. Per questo ci avviciniamo al S. Natale lungo la strada della conversione al Signore e alla Sua misericordia, piegati su una nuova storia cristiana”.

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