Uil: Iras, problema tecnico o politico? Se la Regione non firma l’accordo rischia di rimanere con il “cerino in mano”

Per il sindacato con Pavarin, Gregnanin e Marangoni il nodo cruciale è l'accordo su Casa Serena del Comune di Rovigo ed Ater, che vede Stella e Zerbinati componenti dell'Organismo di vigilanza

ROVIGO – Dopo la doccia fredda di Ater (LEGGI ARTICOLO) sull’accordo “salva Iras” proposto dal Comune di Rovigo (LEGGI ARTICOLO) il sindacato Uil chiede a tutti i soggetti coinvolti nella soluzione del “caso Iras” uno sforzo per “riuscire a trovare la forma corretta e soddisfacente che permetta di salvare l’Iras, anche perché questa sembra essere una volontà condivisa fra tutte le parti – affermano per Fpl Rovigo Cristiano Maria Pavarin, per Uil Veneto – Rovigo Gino Gregnanin, e per Uilp Rovigo Claudio Marangoni – Bisogna uscire, quindi, dalle mezze parole e da pressioni ed attese incrociate”.

“Siamo assolutamente consapevoli che, in questo momento, per salvare Iras e rilanciare una struttura come Casa Serena, sia necessario un accordo di programma che veda coinvolti i diversi attori che hanno e avranno un ruolo nella programmazione delle politiche socio sanitarie, sociali e abitative sul territorio.

L’incrocio di interessi, però, vede sovrapposizioni di nomine e competenze che dovrebbero facilitare il compito e non aggiungere dubbi e potenziali aspetti critici. Ci riferiamo al fatto che, almeno due tra i componenti dell’organismo di controllo dell’Ater, siano personalità che vantano assoluta competenza nel mondo del socio sanitario, ci riferiamo agli avvocati Tiziana Stella e Tommaso Zerbinati, rispettivamente commissario straordinario di Iras e presidente, appena riconfermato, della casa del Sorriso di Badia, ma che ricoprono incarichi peculiari per le vicende in questione”.

La Uil fa riferimento al fatto che Ater, che vede come assessore regionale competente il polesano Cristiano Corazzari (Lega), rivendica una propria libertà amministrativa, come affermato dal presidente Guglielmo Ferrarese (segretario provinciale della Lega) che è soggetta però al controllo del proprio organismo di vigilanza composto, guarda caso, proprio da Stella, di nomina regionale e Zerbinati (ex commissario provinciale della Lega),

Siamo infatti ben consapevoli che il nodo cruciale di tutta l’operazione, che metterebbe in sicurezza Iras, garantendo continuità a Casa Serena, trasformandola in un centro servizi anche ad uso abitativo , evitando quindi situazione di degrado, è l’accordo con Ater. Un accordo che passa, quindi, da una volontà regionale, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto del necessario cambio di destinazione d’uso di Casa Serena, che al momento ha un vincolo di tipo sociale. 

Siamo ancora convinti che la soluzione possa essere dietro l’angolo, a portata di mano grazie ad uno sforzo di tutte le parti in gioco (come era sembrato al termine dell’incontro in prefettura con l’assessore regionale Manuela Lanzarin (LEGGI ARTICOLO) ndr), ma ancora non comprendiamo le ragioni che non hanno fino a qui portato la Regione, attraverso le sue emanazioni, ovvero Ater e Ulss 5 Polesana, a sottoscrivere un impegno che poi sarà tradotto in azioni concrete che porterebbero benefici non solo alla città di Rovigo ma a tutto il Polesine. Non intendiamo nascondere che l’amministrazione comunale, da parte sua, è in palese ritardo, con una procedura per l’approvazione di un atto d’indirizzo da parte del consiglio comunale in corso in questi giorni che invece sarebbe dovuta partire mesi fa.

Tuttavia ci sembra ci possa essere anche dell’altro. Perché, se da un lato la parte tecnico-amministrativa del Comune di Rovigo non intende riconoscere certe somme di denaro a favore della dismissione della convenzione per Casa Serena, ritenute troppo elevate per ragioni di computo peritale, dall’altro ci rendiamo conto che se Ater intendesse davvero giocare un ruolo attivo nell’intera operazione con la compravendita di parte di Casa Serena, il Comune, sommando le risorse derivanti dal Pnrr, potrebbe davvero dar vita insieme agli altri enti ad un progetto molto ambizioso che potrebbe mettere assieme appartamenti per anziani, per studenti ma anche una serie di importanti attività riferimento dell’Ulss 5 Polesana. Un’operazione che, di fatto, trascritta in un accordo di programma permetterebbe il passaggio dell’intero ammontare dei famosi 3,2 milioni, che sono accantonati nel bilancio del Comune, verso le asfittiche casse dell’Iras. Compiuto questo sforzo congiunto, l’Iras a San Bortolo potrebbe finalmente non solo ri-acquisire la necessaria liquidità, ma tornare anche nelle condizioni di un rilancio delle proprie attività, dopo aver rinegoziato i mutui ed il debito coi fornitori” conclude la Uil.

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