Trivellazioni, Diego Foresti: “Una scelta inutile sul piano dell’autonomia energetica”

Levata di scudi di Rifondazione Comunista Rovigo e Unione Popolare del Polesine contro la ripresa delle attività di estrazioni di metano nel Delta

ROVIGO – “Verrebbe da chiedersi cosa abbia fatto cambiare idea a Meloni e Salvini che, appena pochi giorni dopo l’insediamento al governo hanno approvato un decreto per sbloccare nuove trivellazioni in Adriatico, considerato che gli stessi, quando erano all’opposizione del governo Renzi, facevano campagna per il referendum contro le trivelle e accusavano, a nostro avviso giustamente, quel governo di essere al servizio delle lobby petrolifere. Verrebbe da chiedersi se siano gli esponenti del governo sedicente sovranista ad essere particolarmente volubili o le lobby di cui sopra ad essere particolarmente ‘convincenti’”.

Lo evidenzia Diego Foresti di Rifondazione Comunista, “Perché è evidente che questa scelta conviene solo a chi il metano lo estrae e lo vende. 

Una scelta inutile sul piano dell’autonomia energetica, perché parliamo di pochi punti percentuali rispetto al fabbisogno nazionale e del calmieramento dei prezzi per famiglie e imprese. 

Anzi, è vergognoso che, mentre si fa questo regalo alle grandi compagnie estrattive, non si dica né faccia nulla per fermare la speculazione sui prezzi del gas con cui proprio queste multinazionali, Eni inclusa, si stanno arricchendo a dismisura sulla pelle di famiglie e imprese”. 

“Ma è soprattutto una scelta folle sul piano ambientale e della sicurezza. Proprio mentre in Egitto si parla dell’urgenza di tagliare le emissioni per rallentare il disastro climatico, si vuole continuare ad investire sulla dipendenza dal fossile!

In Polesine poi – sostiene Diego Foresti – tale scelta sarebbe devastante: un ritorno della subsidenza come ai tempi delle estrazioni metanifere degli anni 50, con abbassamenti del suolo di decine di cm l’anno, significherebbe la scomparsa di migliaia di ettari di valli, terreni agricoli e aree abitate. Oppure comporterebbe investimenti immani per l’innalzamento degli argini, il sollevamento delle acque, il contrasto al cuneo salino. Tutti problemi che già il cambiamento climatico sta aggravando e a cui la subsidenza darebbe un’accelerata esponenziale.

Questo è il modo con cui la destra di governo, in piena continuità con il governo Draghi, ricompensa i polesani che l’hanno votata: sacrificandola agli interessi dei petrolieri”.

“Rifondazione Comunista e Unione Popolare del Polesine continueranno ad opporsi duramente alla ripresa delle attività di estrazioni di metano nel Delta, per difendere il nostro territorio e perché si avvii realmente un piano di riconversione ecologica delle produzioni energetiche basata su una rapida implementazione delle fonti rinnovabili e sull’aumento dell’efficienza. 

E siamo pronti a farlo a fianco di tutte le forze sociali, politiche ed economiche che condividono questo obiettivo, costruendo insieme iniziative forti di mobilitazione per impedire questo ulteriore disastro nelle nostre terre”.

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