Tre coreografe si confrontano con il linguaggio e la poetica della danza

Ultimo appuntamento della rassegna "Le Stanze della Danza", in programma sabato 20 aprile alle ore 21.00 presso il Teatro Sociale Balzan di Badia Polesine (Rovigo)

BADIA POLESINE (Rovigo) –  Vanno in scena tre pezzi, che in maniera diversa, declinano e ruotano attorno al tema delle relazioni interpersonali e delle infinite sfaccettature dell’animo umano. È un appuntamento imperdibile, sabato 20 aprile, alle 21, al Teatro Sociale Eugenio Balzan di Badia Polesine, la serata conclusiva della rassegna “Le stanze della danza”: un progetto dell’Associazione Balletto “Città di Rovigo”, col contributo del Comune di Badia ed il patrocinio della Provincia di Rovigo.

I biglietti, con un costo promozionale di euro 5 e10 sono prenotabili e acquistabili tutti i giorni alla Biblioteca civica Bronziero di Badia Polesine, in via Cigno 109 A, secondo gli orari di apertura; anche via email biblioteca@comune.badiapolesine.ro.it, telefono 0425.51923 o 334.6642494. È possibile acquistare direttamente al botteghino del teatro, a partire dalle 20 del giorno di spettacolo.

Apre la serata “Io, lei, me” della compagnia romana Atacama, diretta da Patrizia Cavola e Ivan Truol, che sono anche gli autori della coreografia. “Io, lei, me” è una ricerca performativa sul corpo femminile, galleggiante fra sentimenti contrastanti, dove forza, fragilità, coraggio e paura sono legati e coesistono. L’interpretazione è affidata a Valeria Loprieno.

Segue “Lo stato della materia #Thegame” della compagnia sassarese Danza Etemporada. Il brano, è ideato ed interpretato dalla coreografa Livia Lepri, che partendo dal concetto di intelligenza artificiale, propone un viaggio onirico e multimediale sul mondo che verrà, dove l’integrazione e l’inclusione, attraverso le nuove tecnologie, faranno parte di un futuro fatto di apertura e creazione di nuovi valori.

In chiusura, la compagnia veronese Ersiliadanza, diretta da Laura Corradi, presenta Butterfly, ideata ed interpretata da Midori Watanabe. La coreografia capovolge la trama tradizionale dell’omonima opera pucciniana, in un assolo, che diventa un momento consapevole di ribellione e affermazione del volere della protagonista.  

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