Stagione di occasioni prese o di occasioni perse? 

Esponenti della politica polesana a Polesella (Rovigo) per un confronto serio sulla Provincia, si è parlato anche della mancata riconversione della centrale Enel di Polesine Camerini

POLESELLA (Rovigo) – C’era molta aspettativa per la tavola rotonda organizzata presso la sala consigliare del municipio di Polesella venerdì 16 febbraio, tavola rotonda in cui diversi protagonisti della politica polesana erano chiamati a riflettere sugli ultimi vent’anni di storia polesana, rispondendo alla tema portante: “Polesine 2002-2022 una stagione di occasioni prese o di occasioni perse?”, partendo dall’ultimo libro del sindaco di Polesella Leonardo Raito dedicate proprio agli ultimi lustri della provincia di Rovigo. 

Anche la partecipazione, pur con la pesante nebbia che ha avvolto il territorio, è andata aldilà delle più rosee aspettative, con una cinquantina di presenti che non hanno voluto mancare a una serata che ha rappresentato forse tra i più importanti appuntamenti di riflessione politica degli ultimi anni. Tutti infatti hanno sottolineato l’apprezzamento per il livello di approfondimento e di confronto emerso nel corso dell’incontro. Il primo intervento è spettato a Maura Veronese, già sindaco di Porto Viro, che ha evidenziato come le difficoltà degli ultimi anni non abbiano consentito a pieno di cogliere le opportunità messe in campo, così come la lentezza burocratica che rende ancora più complessi i processi in un territorio caratterizzato da una forte frammentazione territoriale. 

Piergiorgio Cortelazzo, onorevole e coordinatore provinciale di Forza Italia, raccontando aneddoti ed esperienze personali, ha evidenziato come il Polesine, pur essendo un territorio dalle grandi potenzialità, sia impoverito da una forte frammentazione politica e istituzionale. Diego Crivellari, presidente del CUR, ha parlato con rammarico della crisi dei partiti, che ha dato corso a un civismo che rappresenta sì una esperienza interessante, ma che tuttavia non può sopperire il valore della militanza e della capacità elaborativa oggetto delle organizzazioni politiche. Renzo Marangon, già assessore e consigliere regionale, ha invece stilato un elenco di opere non realizzate o incompiute che hanno caratterizzato la stagione polesana. Il rammarico per la mancata realizzazione della Nogara Mare, per il passante nord ovest di Rovigo, la bretella di collegamento tra la Valdastico e l’Eridania, sono pecche gravi per il territorio, così come la chiusura del Consvipo, organismo di elaborazione e programmazione economica. 

Graziano Azzalin, già consigliere regionale e vicepresidente della Provincia ha invece ribadito come questa istituzione, riformata da un processo monco come la Legge Delrio, abbia creato un vulnus preoccupante per il Polesine, un territorio in cui anche l’instabilità politica del capoluogo ha posto in evidenza le difficoltà legate all’assenza di organismi di coordinamento e di traino. 

Antonio Bombonato, vicepresidente di Acquevenete, ha invece prestato attenzione all’esperienza dei 35 e alle difficoltà legate ai processi di aggregazione. A tirare le somme in conclusione è stato Raito, che ha accolto le domande del pubblico e dato disponibilità alla proposta di organizzare altre occasioni di confronto sul territorio, rispondendo a un’esigenza di confronto e di incontro manifestata da tante persone. Tra i temi emersi anche i servizi pubblici essenziali, l’istruzione, il terminal gasiero, la mancata riconversione della centrale Enel di Polesine Camerini. Uno sguardo ampio sul Polesine che si è posto come fase di avvio a nuove più profonde riflessioni.   

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