Situazione nelle case di cura private, la preoccupazione della Uil-Fpl Rovigo

La fuga degli operatori dalla Case di cura di Rovigo e Porto Viro preoccupa i sindacati che chiedono il giusto riconoscimento ai lavoratori 

PORTO VIRO (Rovigo) – “La situazione nelle case di cura private è sempre più difficile. Come Uil Fpl sono mesi e mesi che lanciamo allarmi su una diffusa sofferenza, allarmi che sembrano però essere caduti nel vuoto, motivo per cui, insieme alle altre organizzazioni sindacali, siamo pronti a dare il via ad uno stato di agitazione per accendere i riflettori su uno stato di cose non più tollerabile. Abbiamo deciso di dire basta, perché è l’ora che il personale riceva il rispetto che merita”.

Sono le parole di Attilio Minichini della segreteria della Uil-Fpl Rovigo

“Già a luglio avevamo sottolineato la preoccupante fuga di personale dalla Casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro – continua Attilio Minichin – con sette infermieri che si erano licenziati nel giro di un paio di mesi. Non è stato fatto niente per fermare questa emorragia, anzi si persevera nel perpetrare i comportamenti che favoriscono questa fuga. In particolare l’organizzazione del lavoro, con turni che non garantiscono il rispetto delle 11 ore di riposo, con continui e spesso incomprensibili spostamenti di reparto, con la mancata sostituzione di infermieri in malattia, addirittura con atteggiamenti che rasentano condotte antisindacali se non addirittura situazioni che potrebbero configurare vero e proprio mobbing. C’è poi un ulteriore grave tendenza, ad affidare agli Oss compiti che non sono di loro pertinenza, senza nemmeno effettuare formazione ed ipotizzare aumenti di livello. A fronte di tutto questo, nessuna delle promesse forme di riconoscimento economico per i maggiori disagi sopportati in questa situazione”.

“Per tutti questi motivi, già sollevati da tempo, guardiamo con preoccupazione ai prossimi concorsi pubblici, che rischiano di svuotare ulteriormente le piante organiche già all’osso delle Case di cura di Rovigo e Porto Viro. Chiediamo che, ragionevolmente, si riconoscano a chi rimane a presidiare questi importanti luoghi di cura con impegno e dedizione adeguamenti contrattuali o benefit o incentivi, qualcosa che, insomma permetta di far fronte ad organici sempre più ridotti all’osso, con conseguente aumento dei carichi di lavoro per chi resta, dovuta sì a fattori contingenti esterni, come la diffusa carenza di infermieri, ma anche a condizioni di lavoro interne che favoriscono i trasferimenti degli infermieri che ci sono in altre strutture”.

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