Sfratti all’Iras di Rovigo e sindacati: Una procedura che non trova giustificazioni

Cgil, Cisl e Uil confidano nella Prefettura di Rovigo per risolvere l'incubo sfratto per gli ospiti di Casa Serena. Davide Benazzo, Patrizia Cassetta e Cristiano Maria Pavarin fanno appello alla politica, alla Regione del Veneto ed al Comune di Rovigo

ROVIGO – “Rimaniamo allibiti di quest’entrata a gambe tese dell’Iras sulla questione Casa Serena (LEGGI ARTICOLO). Da chiedersi a chi possa giovare” afferma il segretario generale della Funzione Pubblica di Cgil Rovigo Davide Benazzo. “Certamente non alle persone che, come una doccia fredda, ricevono una lettera che nulla ha di sociale, come se il ruolo di Iras fosse quello di una immobiliare.

Non giova ai cittadini di Rovigo per l’immagine che ne sta uscendo dopo tanta discussione dove il bene comune era centrale nelle bocche di tutti – continua Benazzo – Avvilisce ancor di più, se mai fosse possibile, il morale dei lavoratori di Iras che vedono pian piano smantellare quello che nel passato rappresentava un vanto lavorarci. Sicuramente rappresenta benzina sul fuoco di una situazione drammatica che da 6 anni non trova soluzione.

Sicuramente il ruolo centrale mantenuto dalla Prefettura diventa essenziale, non solo per rimettere le persone al tavolo di confronto, ma anche per evitare colpi di testa inutili e dannosi. Come sindacati siamo in stretto contatto con la Prefettura e siamo certi che la stessa impedirà qualsiasi azione che determini danni agli ospiti di Casa Serena, compreso quest’azione di sfratto che non trova giustificazione.

Alla politica ora chiediamo responsabilità. Chiediamo alla Regione Veneto di farsi garante, non solo a parole durante la presentazione di un libro, del necessario accordo che traguardi l’Iras nel futuro senza danni alle persone. Va immediatamente fatto tutto il necessario per evitare disagi e danni agli ospiti raggiunti dalla lettera dell’Iras di Rovigo.

La cosa che ora diventa determinante è ritornare al tavolo di discussione. Non si trasformi l’Iras in battaglia politica sterile e dannosa. Il bene comune che rappresenta è troppo grande per essere strumento di una o altra parte. Le eventuali colpe del passato o i presunti ritardi ed inadempienze del presente siano oggetto di discussione vera e profonda, ma solo dopo aver trovato la soluzione che salvaguardi i posti di lavoro e il patrimonio pubblico e sociale che rappresenta l’Iras per la città di Rovigo” conclude la Cgil di Rovigo.

“Diventare anziani sembrava essere un privilegio, la saggezza dei nonni, si diceva, un tempo. Proprio così: una volta. Come nelle favole” considera amaramente Patrizia Cassetta della Segreteria F.N.P. Federazione Pensionati di Cisl Padova Rovigo.

“Oggi la situazione anziani, in particolare nella nostra provincia, che è la più longeva della Regione Veneto, vive la crisi delle case di riposo, con costi esagerati da sostenere per le famiglie e/o come per Casa Serena con la spada di Damocle sulla testa, per l’intimazione di sfratto da ottemperare entro fine mese.

Una volta, l’idea dell’anziano in casa di riposo, era la risposta di uno Stato socio assistenzialistico, nei confronti di quelle persone, ormai sole, che vivevano in compagnia di coetanei, il corso terminale della loro esistenza.

Erano diversi mesi che correva la voce di questa chiusura, che allo stato delle cose dovrebbe tornare in capo al Comune, quanto meno per tamponare i pesanti debiti contratti da Casa Serena.

I residenti come in tutte le Rsa si suddividono in autosufficienti, sono 36, e non autosufficienti, inoltre a Casa Serena erano presenti anche 16 “inquilini” fragili, che vivevano in miniappartamenti.

Ora, a tutti è stata data comunicazione che Casa Serena chiuderà, e se per le persone non autosufficienti è possibile una sorta di “trasferimento” presso la struttura di San Bortolo, resta un enigma su cosa succederà per gli ospiti autosufficienti e per gli inquilini, in tutto 52 persone.

Il commissario di Iras Ezio Zanon in consiglio comunale monotematico al Censer di Rovigo

La tristezza, la rabbia se vogliamo, ha visto più volte in questi ultimi mesi, familiari, dipendenti, sindacati sventolare le bandiere del Quale futuro per Iras? Abbiamo partecipato ad un consiglio comunale al Censer, con un unico punto all’ordine del giorno: Iras Rovigo.

Dopo 4 mesi questa la risposta: sgombero di Casa Serena, si chiude.

Famiglie lasciate sole, gli anziani lasciati ai margini. Loro, i saggi, la ricchezza dell’esperienza diventata inutile in una società dove l’aspetto economico, il far quadrare il bilancio, diventa l’unico imperativo da assolvere. Una brutta pagina, di lacrime, di solitudine di insensibilità.

Vedremo come gli Enti preposti prenderanno in carico questi 52 cittadini, vedremo se si passeranno la palla tra Ulss 5 Polesana, Comune di Rovigo, Regione Veneto ed Ater” conclude Cassetta per F.N.P. Cisl.

Cristiano Maria Pavarin, Segretario Generale di Uil FPL di Rovigo, per le vicende legate al futuro di Casa Serena, torna a chiedere l’intervento diretto del presidente della Regione Luca Zaia e che si ristabiliscano rapporti chiari e trasparenti.

Luca Zaia a Rovigo ha incontrato i segretari di Cgil, Cisl e Uil sul tema Iras

“Non possiamo lasciare lavoratori, ospiti e famiglie in balia di colpi di scena che fanno male a tutti. In questo momento, infatti, ci stiamo trovando a vivere una situazione davvero paradossale: proprio quando erano arrivate rassicurazioni sul fatto che fosse ripreso il dialogo al tavolo istituzionale tra il Comune di Rovigo e le varie anime della Regione, è arrivata la pessima notizia delle lettere che Iras ha spedito agli ospiti non autosufficienti ed agli inquilini degli alloggi preannunciando la smobilitazione della struttura” afferma Pavarin.

“Una notizia che ci offre la dimensione reale di come si stia trattando la questione da parte di alcuni degli attori istituzionali.

L’impressione, così su due piedi, è infatti quella che le parti in campo si stiano lanciando dei messaggi precisi, attraverso quella che appare come una sorta di provocazione per fare uscire allo scoperto la controparte. Da tempo il nostro riferimento istituzionale è il tavolo della Prefettura ed è quella la sede opportuna dove chiederemo spiegazioni. Di certo il territorio non si può permettere un rischio di questo tipo” continua la Uil.

“La pazienza sta per esaurirsi, da parte nostra faremo l’impossibile per riportare le parti verso un piano di buonsenso – sottolinea Pavarin – Buon senso per far sì che venga trovata la soluzione più idonea e con meno ripercussioni per tutti, città compresa.

Di sicuro, la Regione non se può restare a guardare come se fosse un problema altrui. Abbiamo chiesto e ci aspettiamo l’intervento del presidente Zaia che non può certo esimersi dall’impegno che si era preso con il sindacato ed i lavoratori” conclude il segretario del sindacato ricordando l’incontro avvenuto a Rovigo.

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