Servizio Veterinario ospite di Coldiretti per parlare di biosicurezza negli allevamenti avicoli

Durante l’ondata di influenza aviaria nel biennio 2021-2022 anche l’Ulss 5 Polesana ha dovuto eradicare 7 focolai che hanno interessato circa 205.000 capi

ROVIGO – L’unico modo per evitare che i virus che colpiscono gli allevamenti arrivino a colpire, un giorno, anche l’uomo, sono i controlli e la Biosicurezza. Di questo quanto mai attuale e sentito tema, ha parlato il dr Pier Andrea Nicoli, direttore della Unità Operativa Complessa del Servizio Veterinario di Sanità Animale dell’Azienda Ulss 5 Polesana, invitato la scorsa settimana, dall’associazione Coldiretti di Rovigo a prendere parte ad un incontro rivolto agli allevatori del settore avicolo, per trattare, appunto, il tema della biosicurezza negli allevamenti avicoli. 

“Riteniamo veramente preziose occasioni come questa che danno l’opportunità di approfondire un tema molto importante, quale la prevenzione delle malattie infettive, in un clima di confronto e dialogo fra le principali parti coinvolte ovvero allevatori e Servizio Veterinario – ha esordito il Direttore della Sanità Animale dell’Ulss 5 Polesana – Ognuno di noi si ritrova, infatti, a occupare una posizione di prima linea in una “guerra” permanente soprattutto contro una malattia, l’influenza aviaria, che da qualche decennio sta generando conseguenze devastanti non solo per l’elevato tasso di mortalità degli animali, ma anche per il forte impatto economico che ne deriva (adozione di politiche di eradicazione e restrizioni commerciali)”.

Nel territorio dell’Azienda Ulss 5 Polesana sono attualmente presenti 92 allevamenti avicoli a carattere industriale/commerciale, che contano un numero medio di 5.450.000 capi di varie specie e categorie produttive. 

“L’ondata di influenza aviaria, che nel biennio 2021-2022 ha colpito duramente il Nord Italia, ha coinvolto anche il nostro territorio. In particolare sono stati eradicati 7 focolai che hanno interessato circa 205.000 capi di diverse specie e categorie (tacchini, galline ovaiole, polli da carne). I costi per l’eradicazione della malattia hanno superato i 2 milioni di euro. A questo vanno aggiunti gli oneri derivanti dall’incremento dell’attività di sorveglianza sanitaria conseguente alla situazione di emergenza epidemica, come dimostrato dai 40.900 prelievi (tamponi e sangue) eseguiti dal Servizio Veterinario di Sanità Animale nel biennio 2021-2022 – ha continuato il dr Nicoli di fronte ad una platea di allevatori – Il controllo sanitario della malattia ha assunto negli anni un’importanza crescente, in quanto non legato solo a un problema di sanità animale, ma anche di salute pubblica: i virus influenzali che colpiscono gli uccelli, infatti, possono interessare anche altri animali (es. cani, cavalli, maiali) nonché l’uomo e, considerata la frequenza molto elevata con cui tali patogeni possono andare incontro a fenomeni di mutazione, esiste la possibilità che da un serbatoio animale possa originare un nuovo virus per il quale la popolazione umana risulti suscettibile. Il virus ha come serbatoio l’avifauna selvatica ed è impossibile eradicarlo in natura, pertanto i principali strumenti attualmente a disposizione per frenarne la diffusione in ambito zootecnico sono la sorveglianza sanitaria rafforzata su selvatici e domestici e la rigorosa applicazione delle misure di biosicurezza di tipo strutturale e gestionale in allevamento”.

“Grazie alla collaborazione con gli uffici regionali competenti per il settore caccia e con le aziende faunistico – venatorie del Delta del Po il Servizio Veterinario di Sanità Animale ha potuto eseguire un’importante azione di sorveglianza attiva sull’avifauna selvatica, controllando ben 1248 soggetti nel biennio 2022-2023 mediante prelievi virologici. Gli attori principali per il rispetto delle misure di biosicurezza, siamo noi, Servizi Veterinari e voi – ha concluso il dottor Nicoli rivolgendosi agli allevatori – Noi abbiamo il compito di verificare la corretta applicazione delle norme ma voi avete la responsabilità di gestire correttamente le procedure di biosicurezza in tutte le fasi del ciclo produttivo”. 

Il medesimo argomento verrà prossimamente trattato dal dr Nicoli, anche in sedi diverse a seguito dell’invito da parte di altre associazioni di categoria del mondo agricolo. 

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