ROVIGO – “Non lasciare indietro nessuno e rispondere a ogni situazione di disagio, marginalità, difficoltà. E farlo non continuando a inseguire l’emergenza, con soluzioni tampone che a lungo termine non servono a nulla, ma con un progetto strutturale, che parta da una mappatura completa del territorio, per individuare chi e quanto abbia bisogno di assistenza”.
E’ uno dei punti fermi del programma della lista civica Rovigo Si Ama, che candida a sindaco Federico Frigato alle elezioni dei prossimi 8 e 9 giugno. “La parola chiave è programmare e conoscere per intervenire – spiega Frigato – Su questo punto abbiamo le idee molto chiare: i servizi sociali del Comune, assieme all’Ulss 5 Polesana, che pure ha importanti competenze su questo fronte, dovranno condurre in primo luogo una ricognizione completa ed esaustiva che individui tutte le situazioni di disagio e rischio di marginalità, o difficoltà, presenti sul territorio”.
“Poi – prosegue il candidato sindaco della lista civica Rovigo Si Ama – si dovrà predisporre un piano di azione, nel quale coinvolgere tutte le preziose associazioni esistenti, che hanno professionalità e capacità fondamentali. Costruire una rete, quindi, una volta che si sono capite le esigenze. Può apparire scontato, ma, purtroppo, in questi anni, non lo è stato, poiché si è sempre intervenuto solo una volta che i problemi erano deflagrati, laddove sarebbe importante agire a monte”.
Programma concreto, come è nello spirito della lista, e propositivo non solo per le modalità dell’azione, ma anche per le strutture da realizzare per erogare i servizi. “E’ evidente – prosegue Frigato – come, a oggi, manchi un centro diurno per gli anziani, che risponda a tutti i bisogni che questi possano avere: dalla socialità, all’assistenza sanitaria di base, all’aiuto in genere. Un luogo, cioè, dove si possano ritrovare con la certezza di potere essere assistiti per piccole esigenze e problematiche. Così come, a oggi, manca un luogo che possa essere un ‘faro’ per tutte quelle famiglie che assolvono il difficile compito di assistere una persona diversamente abile: un centro sollievo che possa dare loro respiro per qualche ora al giorno”.
“La soluzione ‘immobiliare’ a tutte queste esigenze – chiude Frigato – esiste già e si chiama Casa Serena. Un complesso che non va abbattuto – sarebbe folle – ma valorizzato e trasformato in un centro di eccellenza che possa rispondere a tutte le esigenze sociosanitarie della nostra popolazione. Compreso un progetto di cohousing che possa aiutare tutti i Rodigini a basso reddito che, di fronte a un mercato immobiliare degli affitti impazzito e alle croniche difficoltà di Ater, rischiano di restare esclusi e senza casa”.
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