ROVIGO – Per la prima volta anche lavoratori e lavoratrici dello stabilimento Amazon tra Castelguglielmo e San Bellino in provincia di Rovigo hanno scioperato in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la finanziaria del governo Meloni. “Prudentemente direi che almeno una cinquantina di lavoratori hanno coraggiosamente incrociato le braccia sostenendo quella che per noi è una causa giusta e necessaria per i diritti di lavoratori e cittadini” affermano con soddisfazione Pieralberto Colombo, segretario generale di Cgil Rovigo, e Gino Gregnanin, Coordinatore provinciale di Uil Rovigo.
La coincidenza dello sciopero con la giornata del Black Friday (LEGGI ARTICOLO) ha avuto ripercussione anche nelle consegne: l’adesione del comparto logistica è stata totale al magazzino di Gls, così come a quello Cfp dell logistica Carraro con il 100% dei lavoratori in protesta.
Importante la partecipazione al corteo anche in città a Rovigo con tanti lavoratori, pensionati e anche giovani per la manifestazione con il corteo partito dal piazzale di fronte alla Questura di Rovigo che si è snodato lungo le vie del centro per arrivare poi in piazza Matteotti dove sono intervenuti in apertura Pieralberto Colombo segretario generale Cgil, successivamente sei delegate e delegati di settori privati e pubblici e con la chiusura affidata alla segretaria generale FPL Uil Rita Longobardi.
Si stimano circa 900 persone intervenute e piuttosto significativa l’adesione allo sciopero in vari comparti, metalmeccanica in testa. Soddisfazione per la buona riuscita da parte dei segretari Gregnanin e Colombo per la partecipazione collettiva come significativo messaggio da inoltrare al governo “per cambiare le attuali politiche in ambito socio economico che finiscono nei fatti per penalizzare lavoratori dipendenti e pensionati”.
Sono state ricordate le richieste di Cgil e Uil che sono: un fisco più equo e progressivo, come leva vera di redistribuzione della ricchezze, che premi chi ha sempre pagato le tasse, andando a prendere le risorse dalle grandi rendite finanziarie improduttive, dai grandi patrimoni (tassati meno di lavoratori e pensionati) e dai grandi extraprofitti realizzati da varie aziende e fine a condoni e concordati vari, mentre chi vive di reddito fisso è stato massacrato negli ultimi anni da un’inflazione da profitti che nel triennio 2021/2023 è stata del 17,3%).
Necessità di investire sul lavoro di qualità, diminuendo la precarietà, che sta aumentando, con interventi legislativi non come il collegato lavoro recentemente approvato dal Governo.
Pensioni dignitose e che guardino anche alle nuove generazioni oggi sempre più penalizzate.
Investimenti pubblici per rilanciare lo stato sociale (sanità, sicurezza sul lavoro, istruzione, enti locali) che chi governa sta progressivamente smantellando con tagli continui che pagheranno i più deboli e faranno venir meno l’universalità del godimento di tali diritti garantiti dalla nostra Costituzione.
Una politica industriale seria, con adeguati investimenti, che aiuti imprese e lavoratori nelle transizioni in corso, anche con un nuovo blocco dei licenziamenti per non lasciare nessuno indietro e riqualificare chi lavora.
Le adesioni registrate in Polesine nel comparto sanità vedono molti poliambulatori degli ospedali di Rovigo ed Adria chiusi, il Reparto do sala operatoria di Adria chiuso (fatte salve le emergenze con il personale che deve ovviamente garantire i servizi minimi indispensabili) con una stima di oltre il 50% del personale, appalti compresi.
In Comune a Rovigo si stima circa il 20% del personale, le principali aziende metalmeccaniche hanno avuto adesioni tra il 70 ed il 90%, il mondo della scuola tra il 20 ed il 40%, con picco ad Occhiobello, l’azienda chimica Cargill di Castelmassa avrebbe raggiunto il 90% di adesioni, secondo i dati raccolti da Cgil e Uil Rovigo.