ROVIGO – “Basta morti sul lavoro! Lavoriamo per zero morti sul lavoro, come da anni chiediamo. Dopo quanto è accaduto a Firenze il 16 febbraio scorso dove, per la costruzione di un supermercato, sono morti ancora una volta dei lavoratori, è stato indetto uno sciopero nazionale il 21 febbraio, nei settori edile e metalmeccanico, che viene declinato anche a livello regionale e provinciale.
Non si può uscire di casa la mattina per andare al lavoro e poi non farci rientro la sera. E’ inaccettabile. Per tale motivo si è deciso di proclamare uno sciopero (in coincidenza con lo sciopero delle due ultime ore di lavoro nei settori edile e metalmeccanico) e di fare la nostra parte anche in provincia di Rovigo dove è previsto, mercoledì 21 febbraio prossimo, un presidio dalle ore 12 alle ore 13”.
L’iniziativa porta la firma delle due sigle sindacali provinciali di Cgil e Uil. Il presidio si terrà nel marciapiede antistante la sede della Prefettura di Rovigo con bandiere e striscione contro le morti sul lavoro.
“Chiediamo – dicono i segretari confederali di Cgil Pieralberto Colombo e di Uil Gino Gregnanin – che si attui davvero e per intero il protocollo di sicurezza, sottoscritto con la Regione Veneto, che prevede anche un potenziamento reale degli organici degli enti preposti alla vigilanza, non solo a fini repressivi ma anche a fini di prevenzione”.
“E’ da tempo che rivendichiamo una patente a punti per le aziende, che premi il rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza e un investimento vero sulla cultura della sicurezza, a partire dalle scuole. Così come sono necessarie regole certe sul tema degli appalti e sub appalti, oggi totalmente deregolato, senza distinzione tra committenti pubblici e privati.
Troppo spesso, come purtroppo insegnano le tragedie di Firenze in questi giorni e a Brandizzo mesi fa, proprio nella filiera degli appalti e subappalti sono presenti forme di lavoro irregolari e “grigie”, in cui in nome del solo profitto si scaricano i costi sui lavoratori e la sicurezza così viene tagliata. Continueremo ad impegnarci anche all’interno delle aziende e nel territorio attraverso i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e i rappresentanti per la sicurezza territoriale nell’artigianato che però devono essere considerati come una risorsa e non come un fastidio”
“Nei settori sopra citati, in particolare, gli incidenti sul lavoro e le morti – hanno continuato – coinvolgono per la maggior parte i giovani fino ai 24 anni, più precari e penalizzati da una scarsa attenzione alla formazione sulla sicurezza, e gli over 55, per i quali l’aumento del rischio è legato all’allungamento dell’età pensionabile, soprattutto per certi lavori.
Bisogna lavorare di più e con più convinzione per ristabilire quel patto di alleanza tra istituzioni, organizzazioni sindacali e datoriali che può davvero fare la differenza e che non sempre si riesce a toccare con mano. Se l’obiettivo è comune, cioè puntare ad un lavoro davvero sicuro, regolare e contrattualizzato, che dia risposte adeguate ai lavoratori e alle imprese, siamo certi al cento per cento che la società crescerà, in sicurezza ed anche economicamente per tutti, garantendo risposte efficaci per le generazioni future”.
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