Direttamente coinvolte sei società: Monti Junior Rovigo, Frassinelle, Badia, Villadose, Rosolina e C’è l’Este. Si punta ad allestire una Under 14 femminile, il giovedì al Marvelli open day e reclutamento nelle scuole 

ROVIGO – “Chiamatelo rugby al femminile”. Sono le parole di Erika Morri, ex azzurra, due Coppe del Mondo, 7 campionati Europei, ex consigliere nazionale e membro del board per lo sviluppo del rugby femminile in Europa nel 2019, commentatrice Sky per 6 Nazioni e Mondiali femminili.

E’ la madrina del progetto di collaborazione presentato nella sede della Monti Junior Rovigo allo stadio Mario Battaglini, e che vede protagoniste le società del territorio oltre a quella rossoblù: Rugby Badia, C’è l’Este Rugby (rappresentata dal vice presidente Andrea Fulici”, Rugby Frassinelle (rappresentata dal presidente Raffaele Mora), Rugby Villadose, Rugby Rosolina con il presidente Massimo Bernecoli. Il Progetto Territoriale Femminile punta a formare una squadra Under 14 per non disperdere le atlete.

A fare da traino al progetto di collaborazione tra le società del territorio polesano Massimiliano Marzanati, coordinatore tecnico promozione e sviluppo Fir Veneto.

Emblema del progetto è Yana, 13 anni, da un anno in Polesine, è scappata dall’orrore della guerra in Ucraina. E’ stata accolta da una famiglia dove si vive e respira rugby, si è avvicinata al mondo ovale grazie alla Monti Rovigo. Le ragazze possono giocare con i maschietti fino all’Under 12, poi, se non è disponibile una Under 14 femminile di fatto deve migrare in altre realtà. Di qui il progetto partito in questi giorni, già 15 le ragazze che ne fanno parte, la Monti Junior Rovigo ha messo a disposizione il campo Marvelli per la giornata di giovedì, un open day allargato a chiunque voglia avvicinarsi al rugby al femminile dai 7 ai 14 anni (dal 31 agosto e per i 4 giovedì di settembre), sul medio – lungo periodo si punta a raggiungere numeri importanti per allestire una prima squadra. 

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Una volta c’erano Le Rose, recentemente ci ha provato anche Raffaello Franco (Ascaro Asd), ma il progetto non ha trovato il giusto sostegno. Ora si riparte con qualcosa di strutturato. Le ragazze si alleneranno durante la settimana nelle società di appartenenza, proprio il giovedì è previsto l’allenamento collettivo al Marvelli, Piero Tellarini, head coach del Villadose, sarà il tecnico di riferimento.

Roberta Ponzetto è la coordinatrice del progetto, a fine conferenza stampa era commossa “chi semina rugby raccoglie futuro, rugby è sostegno, inclusione, rispetto dei ruoli e dei compagni”.

Sarà effettuata anche una adeguata promozione nelle scuole, e come ha sottolineato il presidente della Monti Junior Rovigo, Damiano Libralon “Sono convinto che è una cosa che dobbiamo portare avanti. Puntiamo all’U14 ed U16, l’obiettivo è arrivare ad allestire una prima squadra”. Ci vorrà tempo, pazienza, ma il fatto che tutte le società del territorio hanno un fine comune è un aspetto molto importante. 

Massimiliano Marzanati del Comitato Veneto ovale ha sottolineato l’impegno della Federazione sul progetto al femminile “Abbiamo il problema che dopo l’Under 14 si perdono le atlete, la progettualità che nasce a Rovigo è molto importante, la filiera deve partire dall’U6-8 per autoalimentarsi. Culturalmente non dobbiamo dire più rugby femminile, se vado in Francia e in Inghilterra non esiste queste terminologia”. Marzanati ha sottolineato anche l’importanza del rugby touch (senza contatto), in partenza c’è un un progetto di reclutamento del Comitato.

Parole illuminate quelle del presidente del Rugby Frassinelle, Raffaele Mora: “Due società distanti 10 chilometri devono collaborare (riferendosi alla Monti con cui è già in piedi un progetto, ndr), c’è un problema di numeri anche per i maschi, il coinvolgimento della bambine diventa obbligatorio, perchè per fare i numeri in U12 servono. Deve essere cambiato l’approccio, noi dobbiamo fare delle proposte educative, tutti gli sport all’aperto saranno in crisi, si devono dare servizi, bisogna dar qualcosa di diverso, un aspetto educativo e formativo diverso rispetto a 10, 20 o 30 anni fa. A scuola bisogna andarci con un progetto, a Frassinelle abbiamo scoperto che nelle categorie più basse si è più efficaci se lo fanno le donne, le educatrici hanno un approccio diverso. I bambini hanno bisogno di una figura femminile. Le nuove ragazze possono diventare educatrici, dirigenti, allenatrici, le ragazze sono più serie, più aggressive e più inquadrate, ma sono estremamente competitive tra loro. Il rugby toglie gli spigoli, bisogna essere lungimiranti rinunciando a qualcosa, bisogna creare un progetto nel lungo termine, e come società è una opportunità e cerchiamo di coglierla fino in fondo”. Il Rugby Frassinelle ha lavorato molto bene negli ultimi anni raggiungendo numeri incredibili, questo bisogna dirlo.

“Rovigo è una città che vive di rugby – ha aggiunto Andrea Fulici, vicepresidente del C’è l’Este – e quando la Monti ci ha presentato il progetto abbiamo aderito con entusiasmo e andremo a promuoverlo anche nelle scuole”.

Anche Massimo Bernecoli, presidente del Rugby Rosolina ha manifestato soddisfazione per il progetto “anche perché mi sento toccato nel vivo visto che mia figlia a 14 anni è stata costretta a smettere di giocare a rugby. Sono certo che questa collaborazione porterà buoni frutti, anche per il rugby maschile”.

Poi una riflessione, e purtroppo di questi tempi è proprio attuale. “Seminiamo uguaglianza, a nessun bimbo che gioca con una femmina gli verrà in mente di far male ad una donna. Per i bambini con c’è differenza si divertono.

Finché si separano uomini e femmine non si andrà da nessuna parte. Mi piacerebbe vedere una rodigina in Nazionale”. ha chiuso l’ex azzurra Erika Morri. 

Enrica Quaglio è la rodigina più illustre ad aver vestito la maglia della Nazionale in passato, poi le polesane Coltro e Veronese, recentemente anche due giocatrici (d’importazione) delle Birbe Badia, Vittoria Vecchini ed Emma Stevanin.

Giorgio Achilli

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