La Procura di Roma ha aperto un fascicolo, si procede contro ignoti per le ipotesi di morte come conseguenza di altro reato e violazione della legge sugli stupefacenti. Luca Nogaris ed Alessio Picelli erano di Rovigo, e negli Stati Uniti si erano recati per lavoro 

ROVIGO – Un atto dovuto quello della Procura di Roma competente per giurisdizione. Un atto dovuto per chiarire gli aspetti di una vicenda che ha gettato nello sconforto le due famiglie, e i numerosi amici.

Luca Nogaris, artigiano 39enne, padre di tre bambini, ed il designer d’interni Alessio Picelli, 48enne originario di Villadose, ma residente nel capoluogo polesano, sono morti a New York il 10 agosto.  

Ancora da chiarire le circostanze della morte, sui cui sta indagando la Polizia della città di New York, sgomento in città a Rovigo e a Villadose. (LEGGI ARTICOLO)

Nelle ore successive al decesso sono state svolte le autopsie sui due rodigini, il primo referto dei medici intervenuti, nell’appartamento preso in affitto nel Queens, parlerebbe di “intossicazione”. Il gruppo era composto da tre persone, erano entrati in territorio americano con un visto turistico, anche se mossi da questioni lavorative. Il terzo collega, rientrato in appartamento (un seminterrato), ha dato l’allarme. Nel frattempo sono giunte in Italia versioni contrastanti, tra gli orari di quanto accaduto, ed avvistamenti di persone entrate nell’alloggio. Unica cosa certa l’orario dell’arrivo del 911 e del personale medico di New York, erano circa le 2 e 40 del mattino.

Nel fascicolo aperto dal pubblico ministero Gianfederica Dito, si procede contro ignoti per le ipotesi di morte come conseguenza di altro reato e violazione della legge sugli stupefacenti. Si attende ancora dagli Stati Uniti l’esito dell’autopsia.

Intanto a Rovigo è partita una raccolta fondi per far rientrare la salma del rodigino Luca Nogaris, padre di tre figli, è stato aperto un conto corrente bancario dedicato alle spese per il rimpatrio (LEGGI ARTICOLO). Servono diverse decine di migliaia di euro. Per competenza, in questi casi, entra in gioco il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ma le leggi americane sono piuttosto rigide al riguardo. Diversamente, invece, avrebbe deciso la famiglia di Picelli.

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