ROVIGO – “Il referendum è uno strumento efficace quando sono alte e condivise le ragioni della sua istituzione, se lo si fa puzzare di piccolo interesse di parte lo si insulta e svilisce – afferma Vanni Destro per il Comitato per l’Art. 32 della provincia di Rovigo – Questo ha fatto chi ha proposto, con notevole spreco di pubblico denaro, i quesiti referendari oggetto di questa tornata. È un vero dolore vederlo ridotto a strumento di bottega della peggior politica”.
Alla chiusura delle urne l’affluenza ai 5 referendum sulla Giustizia vedono un risultato tra i peggiori mai espressi nella storia delle consultazioni dirette in Italia (LEGGI ARTICOLO AFFLUENZA).
“Un risultato dovuto a molteplici fattori, dalla fumosità tecnica dei quesiti al poco interesse suscitato dalla questione, tra l’altro giocata sul filo del conflitto di interesse di tanti polici coinvolti in vicende giudiziarie, passando per la cancellazione dei due referendum più sentiti dai cittadini: l’eutanasia legale e la legalizzazione della cannabis – afferma Vanni Destro – Certo, come istituto di democrazia diretta andrebbe pure riformato e ampliato con l’abolizione del quorum e l’introduzione del referendum propositivo oltre a quello abrogativo che produce, spesso, vuoti legislativi.
Vuoti legislativi nei quali si sono sovente inseriti pessimi legislatori pronti a sostituire leggi abrogate con altre peggiori. In ogni caso da questa esperienza il referendum ne esce ammaccato e toglie ulteriore spazio e speranza a chi crede sinceramente nella democrazia diretta. Questa operazione appare, sinceramente, uno sputo consapevole sull’istituto dei referendum“.
