Ridere per non piangere

Al Primo Levi di Badia Polesine (Rovigo) sono state coinvolte in un incontro con Marco Rodari, in arte “Il Pimpa”

BADIA POLESINE (Rovigo) – Lunedì 6 febbraio, le classi quinte del Liceo Linguistico, delle Scienze Applicate e delle Scienze Umane dell’ Iis Primo Levi di Badia Polesine sono state coinvolte in un incontro con Marco Rodari, in arte “Il Pimpa”. 

L’associazione “Per Far Sorridere il Cielo” ha come obiettivo quello di prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno ancora vivendo. Vagando per i diversi campi di battaglia, i membri rischiano la vita diverse volte, ma, superando questo aspetto “ininfluente” nella loro azione, si dedicano a garantire il sostentamento dei poveri civili portando cibo, farmaci e mezzi utili alla sopravvivenza. “L’esperienza di Rodari risale alla spedizione militare “Colonna di fumo” nella striscia di Gaza, città della Palestina preda dei conflitti israelo-palestinesi. 

Fondamentale è la riflessione sul ruolo degli “alti comandi”, i quali si servono di una retorica persuasiva e conativa per distrarre la popolazione dall’orrore e l’atrocità della guerra. Quest’ultima è resa più incisiva, come racconta Rodari, grazie all’uso di ossimori quali “bombe intelligenti” ed “attacco chirurgico”, termini specifici che vedono accostati un termine nefando ed uno positivo/risanatore. Inoltre, la causa ultima delle guerre è proprio la ricerca di denaro e potere, che prendono il sopravvento e sovrastano qualsiasi altra forma di diritto e libertà dei civili. Questi elementi, in quanto mancanti, portano alla ribellione ed alla resistenza, così Rodari ha raccontato anche della sua esperienza della battaglia ucraino-russa. Ma perché i cittadini non insorgono? La risposta è che non ne hanno gli strumenti e le capacità culturali. La dittatura gioca esattamente su questo; mancando la cultura ed i beni materiali, non hanno tempo e capacità per opporsi. 

“Tale pensiero era proprio già di Feuerbach, filosofo dell’Ottocento – racconta Umberto, uno studente del Linguistico –  quando nel periodo della rivoluzione industriale studiava la classe operaia e i motivi culturali della sua sottomissione. Questa riflessione dovrebbe portare ad una rielaborazione della storia e permette di capire come il mondo sia uguale, se non retrocesso, rispetto ai tempi passati. Quando è coinvolta l’ economia, l’ uomo chiude gli occhi ed ascolta solamente i sentimenti egoistici della gloria e dell’onore”. “La guerra è folle, ma altrettanto lo sono le sue giustificazioni” dice Il Pimpa, sottintendono questo messaggio. Ma il vero ruolo di questo personaggio qual è? Ridare speranza e gioia ai bambini, che negli occhi portano riflessa la tristezza e la paura causate dalla guerra, che al massimo considera le loro morti “danni collaterali”. 

Attraverso giochi di magia e spettacoli, Marco Rodari riesce a restituire una dignità a quei bambini, vittime di una guerra che certo non vogliono. La felicità è un attimo, ma è un attimo importante, che non bisogna lasciarsi sfuggire. Fare del bene è sempre ripagato e porta ad un miglioramento psicofisico. Perché, allora, scegliere sempre la via del male ed autocondannarsi alla sofferenza? “Esperienze come quelle di Marco Rodari – commenta il Dirigente Scolastico Amos Golinelli – sono davvero molto forti e vere. Attraverso le parole di chi ha visto gli orrori della guerra dalla parte delle vittime più indifese, ci auguriamo di posare mattoni importanti per la costruzione e la difesa della pace.”

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