Tutto lo staff tecnico della FemiCz Rovigo del futuro avrà vestito la maglia rossoblù, l’annuncio del direttore sportivo. Joe Van Niekerk, allenatore della difesa, ha ricevuto anche i complimenti di Marius Goosen

ROVIGO – Sono passati alcuni giorni, ma la città più in mischia d’Italia continua a festeggiare lo scudetto. Una vittoria epica, una partita in trincea per 80 minuti, la FemiCz Rovigo battendo il Petrarca nel derby scudetto ha raggiunto quota 14.

“Dobbiamo ringraziare il presidente Zambelli, che è sempre disponibile ad ascoltare ogni progetto che proponiamo. La scelta dello staff, le idee per i prossimi anni, le scelte di mercato decisive e fulminee, quando è stato il momento di prendere Tuva. Tutti gli acquisti che abbiamo fatto ci hanno portato dei valore aggiunto, le scelte hanno fatto la differenza”. 

A parlare è Polla Roux (foto in alto mentre abbraccia Antonio Zambelli a sinistra il presidente Francesco Zambelli), direttore sportivo della FemiCz Rovigo, rodigino d’adozione, il sudafricano ha vestito la maglia numero 9, ha poi allenato la squadra dei Bersaglieri, ora svolge un ruolo dirigenziale. Il 28 maggio al Lanfranchi di Parma, per la prima volta, ha vinto uno scudetto con il Rovigo, ma ci tiene a dirlo “Lo scudetto è della squadra, di Alessandro Lodi (foto in basso) e dello staff tecnico”.

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“Montemauri Mvp della stagione arrivava dalla Lazio, dopo un anno a Rovigo è diventato importante per l’Italia intera, mi spiace che non sia rimasto. Era venuto con me anche in Sudafrica per un torneo, poi era migrato in Francia. Il presidente è stato sempre disponibile a scommettere su nuovi giocatori giovani, abbiamo anche cominciato con i project player dall’anno scorso, possiamo e dobbiamo migliorare individualmente gli atleti, è un nostro progetto. L’anno scorso abbiamo anche portato tre ragazzi da altre società per le giovanili. A Rovigo c’è molta positività, crediamo nella qualità”. 

Una partita che rimarrà nel cuore dei tifosi per spirito di sacrificio, intensità, cuore. Nei momenti chiave del match la squadra ha alzato la saracinesca, il Petrarca nella ripresa non ha segnando un punto, peccando anche di presunzione.

“Era tanto che non vedevo tanta determinazione e fame – commenta Polla Roux – in campo, da Ferro a Facundo, tutti sono stati grandissimi, anche chi non ha giocato ha aiutato sempre la squadra in allenamento. La squadra ha sempre combattuto, nella prima partita di Reggio, e con Calvisano in casa, ho capito che la squadra aveva le possibilità e il carattere per arrivare fino in fondo”. 

Un cammino difficile, un inizio di stagione non proprio brillante, poi nel girone di ritorno la svolta “Le scelte sono state giuste, abbiamo creduto in questa squadra, i risultati ci hanno dato ragione e ci aiutano a fare il nostro lavoro. Un mese di marzo incredibile con il bonus mete contro tutti. Una persona che ha lavorato molto bene con la squadra è il nostro mental coach Alessandro Bargnani, ha fatto un ottimo lavoro, ogni settimana, ha lavorato con la sua squadra, ho sempre creduto in lui. L’ho usato anche a Valsugana, quando sono arrivato a Rovigo lui c’era già, e conoscevo già le sue competenze. Un grazie a tutto lo staff medico e ai fisioterapisti, se tutti lavorano bene è più facile per tutti. Una grande stagione, ma non dobbiamo sederci qua, quando sei in alto devi lavorare di più. Abbiamo chiuso gli acquisti, confermati quelli che volevamo, non abbiamo perso troppi giocatori come gli altri anni, rintuzzando le proposte di altre società che hanno cercato di prenderli. In più abbiamo aggiunto qualche nuovo elemento, abbiamo uno staff tecnico che vuole crescere e migliorare, e questo è importante per la città e per i nostri giovani”.

E’ un fiume in piena Polla Roux  “Un pensiero ai nostri tifosi che sono venuti a Parma a sostenere la squadra, è stato uno spettacolo unico, senza di loro le tribune sarebbero state vuote. Grazie ai nostri tifosi”.

Ma facciamo un passo indietro, a fine ottobre Allister Coetzee, ex tecnico del Sud Africa, lascia Rovigo dall’oggi al domani. Si è qualificato alla prossima Coppa del Mondo con la Namibia, è ritornato in Patria lasciando tutti di stucco.

“Quando ha deciso di partire siamo stati tutti stupiti, questa vittoria ha un sapore particolare, in quei giorni dovevamo prendere decisioni delicate, era l’unico allenatore a tempo pieno, Ale Lodi era stato voluto da Coetzee come aiuto per i trequarti. E’ stata una settimana intensa, ma avevo detto al Presidente Zambelli che Ale era la persona giusta, ha studiato molto, ha fatto esperienza con altre categorie, ha vinto uno scudetto in ambito giovanile (u18 nel 2016), era giusto stargli vicino, dandogli un mano. Ma non è servita. Ha fatto un grande lavoro, se qualcuno aveva qualche dubbio adesso non lo ha più. Anche i giocatori senior lo hanno seguito, è riuscito a creare un ambiente sereno in squadra e nello staff, Giazzon è stato importante,  stato bravo a capire e ad accettare di rimanere da secondo allenatore, è stato molto corretto, ha creato un ottimo rapporto con Ale, uno staff in grande sintonia. Ma Lodi lavorava alla mattina (in FemiCz, ndr), Joe Van Niekerk lo volevo già prima con Allister Coetzee, ma non è stato possibile. Lodi stesso lo ha fortemente voluto ed ero contento visto che ci ha già lavorato”.

Super Joe Van Niekerk (foto in basso con Polla Roux) è un uomo di grande grinta, in campo faceva autoscontri con chiunque, non aveva paura di niente e nessuno. Il marchio di fabbrica sudafricano è la difesa, uno stage nella squadra del Munster in Irlanda, poi si è rapportato anche gli Stormers, e quest’anno con La Rochelle, con tutto lo staff rossoblù. Tutte squadre di livello internazionale stratosferico.

“Ha svolto anche una seduta di difesa anche con Marius Goosen dello staff tecnico azzurro, e anche lui si è complimentato con Joe dopo aver visto la partita. Una decisione giusta, ha aggiunto valore alla squadra e i ragazzi lo hanno seguito, per vincere quella partita con il Petrarca, fisicamente superiore, era l’unica strada da percorrere”.

Il mio obiettivo è di allargare lo staff, il rugby deve avere un allenatore specifico, e non serve andarlo a cercare, c’è già Stefan Basson e lo abbiamo in casa. Il kicking game è fondamentale nel rugby moderno, volgiamo creare uno staff che trasmetta una identità al territorio per tutte le categorie e tutto il Polesine, stiamo collaborando bene con la Monti, lavoreranno anche con loro, Badia compreso. Siamo sulla strada giusta. I miei complimenti a Lodi, ora ci sono 3 anni di progetto, anche lui crede nel lavoro, le schede personalizzate per ogni giocatore per migliorarli singolarmente, non possono arrivare in prima squadra ed avere lo stesso problema tecnico che avevano da giovani. Peter Pavanello sarà il capo preparatore atletico, ringraziamo Colin Allan per il lavoro fatto per aver fatto crescere Peter, ritengo sia il momento giusto per lui. Tutto lo staff ha indossato la maglia della Rugby Rovigo, penso che sarà importante per avere più continuità, l’obiettivo è perdere meno giocatori, e produrne di più per vincere più campionati, anno dopo anno”.

Su Matteo Moscardi “capitan futuro” per il direttore sportivo è difficile rispondere “Vorrei dire che deve essere il capitano del futuro, già in under 16 aveva dimostrato di essere uno in grado di fare la differenza, in questo momento forse non è pronto, è giovane, ha tanto da imparare. La scelta di tenere tutti in nostri senior come Ferro, Lubian, Bacchetti e Quaglio è in questa ottica, loro possono trasmettere ancora molto ai nostri giovani. “Mosca” ha rappresentato il Rovigo in una categoria giovanile già da capitano, sicuramente ha le qualità come giocatore e persona, ma a lui serve ancora più di tempo. I più grandi capitani che ho avuto, i gradi se li sono guadagnati in squadra, essendo da esempio e giocando bene, questo deve essere un capitano. Non dobbiamo mettergli pressione”.

Finale del 2011 e del 2023, una sorta di rivincita? “No. La rivincita è stata compiuta già nel 2021 al Plebiscito pareggiato il conto, questa è una vittoria che rimette le cose nel giusto ordine, è di Ale Lodi e dello staff e della squadra. L’ho detto anche ai ragazzi domenica prima della partita. Dalle finali del passato sicuramente si può imparare qualcosa, su cosa si poteva fare diversamente, ma non conta niente, non ha avuto alcuna influenza su quella del 2023. E un derby, ci sono certe emozioni, e chi gestisce meglio certi momenti della partita in genere vince. Quando ho perso nel 2011 sembrava che lo staff avesse sbagliato qualcosa, dopo aver dominato il campionato. Basta guardare cosa è successo al Leinster in casa con La Rochelle, o gli Stormers in casa contro Munster, giocare in casa è sempre più difficile, dopo di me anche Frati ha perso al Battaglini nel 2015. Nel 2021 il Petrarca ha dominato il campionato, ma ha perso la finale in casa proprio contro Rovigo, non siamo stati noi dei polli, è stato dimostrato che può succedere anche agli altri e qualsiasi altro allenatore. Questa vittoria è della squadra, dell’allenatore e di tutto lo staff (lo ripete per la terza volta, perchè deve essere chiaro), è bello vincere un derby, in una finale ha un sapore diverso. E’ la prima volta che faccio parte di un Rovigo che vince, una bella cosa, ho il rammarico di non averlo fatto da giocatore o allenatore, ma sono contento per questo fantastico gruppo”.

Giorgio Achilli

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