Obiettivo prioritario della manifestazione è stato quello di mandare un messaggio chiaro alla politica, presente la Uil Fpl Rovigo

ROMA – Alla manifestazione nazionale di oggi a Roma di tutte lavoratrici e i lavoratori delle Polizie Locali d’Italia era presente anche una delegazione della Uil Fpl di Rovigo. Obiettivo prioritario della manifestazione è stato quello di mandare un messaggio chiaro alla politica: sono, infatti, circa 60mila, tra funzionari e agenti, gli operatori delle Polizie Locali che da 38 anni attendono la riforma di una Legge Quadro, la legge 65 del 1986, ormai obsoleta. 

Riteniamo infatti che una concreta riforma dell’assetto normativo vigente, finalizzata a definire un quadro ordinamentale coerente con le crescenti responsabilità e i nuovi compiti affidati alle Polizie Locali, non sia più rinviabile, oltre al necessario riconoscimento di maggiori tutele e diritti, e l’adeguata valorizzazione economica e professionale.

Michele Gresele referente polizia Locale Uil Fpl Rovigo, rimarca: “Per quanto riguarda la Polizia Locale del capoluogo aumenta la professionalità degli addetti del Corpo in contraltare all’incremento di competenze normative e di attività delegate succedanee alle Forze dell’Ordine. Al procrastinarsi di una riforma a livello nazionale, si accompagna un’accentuata rigidità nella gestione del personale, ancora in sotto organico nonostante i tre recenti concorsi. Ciò da un lato compromette per il personale l’equilibrio tra vita lavorativa e familiare; dall’altro ostacola lo svolgimento del compito assegnato di Comune capofila sul territorio”.

La manifestazione è stata davvero molto partecipata, ovviamente il tema comune erano i temi nazionali relativi proposta di riforma adeguando stipendi compiti e funzioni, “ma la situazione del Comune di Rovigo – sottolinea Cristiano Maria Pavarin, Segretario Generale Uil Fpl Rovigo – è sicuramente emblematica in quanto gli agenti rodigini sono stati richiamati a ricoprire ruolo che sono quelli che dovrebbero essere ricompresi nella riforma richiesta, che quindi qui è ancora più in ritardo proprio perché il corpo negli anni è stato trasformato dal punto di vista di compiti e funzioni, senza considerare l’assegnazione delle armi, ma dal punto di vista contrattuale nulla si è mosso”.

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