Pensioni in pericolo, la denuncia della Cgil Rovigo

Nella provincia di Rovigo, oltre la metà dei residenti che percepiscono la pensione di vecchiaia è costretta a vivere con meno di 1000 euro al mese, il dato peggiore in Veneto. 

ROVIGO – La nuova legge di bilancio non presenta investimenti e non cambia il sistema previdenziale. Nel Polesine, dove i pensionati sono già in condizioni di seria difficoltà, le ripercussioni delle azioni del governo possono avere gravi conseguenze, come denuncia SPI Cgil Rovigo.

Per la Cgil Rovigo la nuova finanziaria del Governo Meloni è iniqua e costituisce un pericolo per le classi più fragili della popolazione

La segreteria confederale Cgil boccia la finanziaria del 2023. La bozza di legge è stata infatti definita come iniqua, ingiusta e un vero e proprio attacco allo stato sociale. Tra le persone a pagare maggiormente gli effetti della nuova finanziaria ci sono i pensionati. Nella bozza non sono infatti presenti modifiche alla legge Fornero; inoltre, non si allarga l’Ape sociale e si introduce un’ulteriore quota. SPI Cgil ritiene invece necessaria l’uscita flessibile a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento della differenza di genere e l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età. Oltre a tutto ciò il governo è anche intervenuto sul meccanismo di indicizzazione delle pensioni, andando a tagliare la loro rivalutazione rispetto all’inflazione per destinare 3,7 miliardi di euro così recuperati in favore del lavoro autonomo.

Nel nostro territorio tale situazione va a ripercuotersi sulla già complicata condizione nella quale versano i pensionati polesani; infatti, nella provincia di Rovigo, oltre la metà dei residenti che percepiscono la pensione di vecchiaia è costretta a vivere con meno di 1000 euro al mese, il dato peggiore in Veneto. A ciò si era già aggiunto nei mesi scorsi l’aumento del costo della vita  e il caro bollette. Ora, con l’arrivo del taglio sulla rivalutazione delle pensioni, la situazione rischia di diventare ancora più critica.

“Con questa manovra si vogliono colpire le pensioni di chi ha versato i contributi per oltre 40 anni”; dichiara Nicoletta Biancardi, segretaria generale di SPI Cgil Rovigo. “Si tratta di una operazione per fare cassa a danno dei pensionati. Un’azione non tollerabile, soprattutto per un territorio dove i pensionati devono già affrontare grandi difficoltà come quello polesano. I 3,7 miliardi di euro guadagnati tagliando la rivalutazione delle pensioni saranno poi utilizzati per finanziare la flat tax, una manovra che porterà soltanto a iniquità e ingiustizia. La legge di bilancio del governo Meloni ha, senza alcun confronto preliminare, smontato una nostra conquista. Con la nuova finanaziaria sono inoltre arrivati nuovi tagli al sistema sanitario, già sconvolto dalla pandemia, e le conseguenze di tutto ciò investiranno soprattutto le fasce più fragili della popolazione. Inoltre non è nemmeno stato trattato un tema sul quale ci battiamo da ormai molto tempo, come quello sulla non autosufficienza. Proprio per questi motivi, con una delegazione di pensionate e pensionati, saremo presenti alla Manifestazione nazionale dello Spi Cgil il 16 dicembre prossimo a Roma”. 

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