Pavarin (Uil Fpl) su Iras Rovigo: pagheranno i lavoratori

Il segretario generale non ci sta al gioco delle tre carte impostato dal commissario della Regione Veneto Tiziana Stella per Iras: una struttura che rimarrà pubblica, ma con tutto il lavoro affidato ai privati

ROVIGO – “Come volevasi dimostrare, le lunghe peripezie di Iras, con piani e accordi saltati, alla fine portano a scaricare tutto sulle spalle dei lavoratori. La strada dell’esternalizzazione dei servizi come unica strada per la salvezza dell’Ente (LEGGI ARTICOLO), sembra una sorta di cavallo di Troia per una vera e propria privatizzazione di fatto: con il gioco delle tre carte si prospetta una struttura pubblica solo per connotazione giuridica, ma mantenuta in essere attraverso la privatizzazione del lavoro. Riducendo i costi comprimendo diritti e salari” commenta amaramente Cristiano Maria Pavarin, Segretario generale di Uil Fpl Rovigo.

“Dopo aver messo in fila il piano A, B, C, D si torna a quello che noi come come Uil avevamo riconosciuto come il vero rischio per i lavoratori, ovvero quello che avevamo chiamato “piano Z”, perché ultima spiaggia e perché lettera iniziale del nome dell’allora commissario regionale, l’avvocato Ezio Zanon che si era più volte riservato di presentare il suo piano di salvataggio già confezionato, che passava attraverso la gestione privata dei servizi.

Noi ovviamente in questo contesto non ci stiano e siamo sempre più convinti che Iras ,al pari delle altre Ipab del Veneto debba mantenere a tutti gli effetti la gestione pubblica. Questa strada che Iras sembra vicino a percorrere per primo, come un topo da laboratorio, ci appare una sorta di sperimentazione di qualcosa che potrebbe pericolosamente essere poi replicata in tutte le altre realtà pubbliche in difficoltà, con una sorta di modello di “project financing” mascherato in cui soggetto privato garantisce la liquidità necessaria per abbattere i debiti ottenendo in cambio della gestione dei servizi.

Una strada che, tuttavia, pone più di un problema. Il primo è formale e, infatti, è proprio uno dei nodi che la Regione ha chiesto alla società Kpmg di sciogliere: è possibile che una scelta così importante per una struttura che formalmente rimarrebbe pubblica passi attraverso una gestione commissariale? Secondo noi no. Non solo, ma trattandosi di una nuova tappa del percorso che si è aperto con il tavolo di crisi convocato in Prefettura ormai oltre due anni fa, chiediamo che tutto venga illustrato e discusso proprio in sede prefettizia, motivo per cui chiederemo al Prefetto Clemente di Nuzzo una convocazione del tavolo.

Poi c’è il ruolo del Comune, che in tempi normali, senza commissariamento avrebbe la possibilità di nominare un consiglio di amministrazione dell’Iras, alla faccia di chi dice che fra i due enti non ci sia alcun rapporto diretto. Invece così non è. O meglio, non dovrebbe essere. E allora la domanda è: davvero il Comune di Rovigo vuole guardare da lontano? Anzi, vuole chiudere gli occhi e la bocca dinnanzi a tutto questo? Davvero intende farsi esautorare e abdicare al ruolo guida della più grande struttura socio sanitaria del Polesine lasciando che si giochi sulla pelle delle decine e decine di lavoratori?

Gli stessi lavoratori che hanno portato avanti la struttura assistendo gli anziani di Rovigo in questi anni difficili e che, a proposito, avanzano gli arretrati del rinnovo contrattuale firmato a novembre scorso assieme ad una parte stabile del proprio stipendio, ovvero la parte stabile della produttività maturata negli anni. Infine, la domanda più amara: se per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato si troveranno delle soluzioni, cosa ne sarà di quelli a tempo determinato? Saranno loro a pagare il conto più salato dei tanti errori compiuti da altri?” conclude Pavarin.

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