Per evitare l'esternalizzazione e la riduzione dei servizi offerrti dalla casa di riposo la strada migliore sarebbe quella di usare le risorse già accantonate per transare "con buonsenso"

ROVIGO – Il segretario generale Cristiano Maria Pavarin di Uil-Fpl Rovigo chiede chiarezza, garanzie, rassicurazioni. “Per i lavoratori dell’Iras questo limbo in cui si trovano ormai da anni è diventato un peso insopportabile – afferma Pavarin – Nessuna notizia sulla procedura in corso, anche se evidentemente i termini sono ormai scaduti. Questo non fa che alimentare il clima di incertezza generale e generalizzato che è dannoso poi per la qualità del lavoro.

Una situazione del genere sarebbe pesante per un’azienda manifatturiera, ma in questo caso non ci dobbiamo dimenticare che i dipendenti sono lavoratori che si occupano di accudire i nostri anziani e lo devono fare nel migliore dei modi. Invece così non è e il rischio è che questo vada a colpire la qualità del servizio. Certo, l’impegno di chi per anni ha superato fasi difficili, non dimentichiamoci della terribile parentesi Covid, non manca mai, ma la serenità, quella ancora è lontana. E invece è un elemento essenziale per una buona assistenza” aggiunge il segretario di Uil-Fpl Rovigo. 

Come sindacato chiede, senza tanti giri di parole: “cosa sta accadendo alla procedura per l’esternalizzazione dell’assistenza con la formula, da noi non certo apprezzata del project financing? Se il piano non è sostenibile, lo si dica chiaramente e ci si faccia su le maniche per trovare la strada migliore per tutelare l’Iras. Pubblico. I dipendenti, gli ospiti e i familiari devono uscire da questa insopportabile fase di stasi che si prolunga da troppo tempo e che sta limitando in maniera importante l’efficienza di un ente fondamentale come l’Iras. Perché questa attesa infinita sta portando ad un clima difficile per chi lavora all’interno”. 

Pavarin ricorda che con Cgil e Cisl “abbiamo più volte chiesto di essere incontrati per capire meglio, invece, siamo costretti ad apprendere le notizie dall’albo pretorio: non è più possibile continuare così! I dipendenti si stanno sobbarcando, oltre ai carichi di lavoro, resi pesanti anche da un organico ridotto ai minimi termini, anche tutto il peso di gestione della struttura, che deve sempre andare avanti mentre il tempo delle scelte viene sempre rimandato.

Lo ripetiamo ancora una volta: l’Iras può e deve essere salvato. Il cosiddetto “piano Zanon”, che era stato elaborato dal precedente commissario straordinario, ora senza la zavorra di bilancio che era rappresentata da casa Serena, è più che percorribile. Dunque, il Comune di Rovigo paghi quanto accantonato arrivando a chiudere la transazione, come buonsenso vuole, proposta che era già stata fatta a più riprese e che ora, soprattutto se le alternative ipotizzate non hanno avuto esito, appare davvero come la strada migliore” conclude Pavarin rivolgendosi all’amministrazione guidata dalla sindaca Valeria Cittadin.

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