Gestione rifiuti in Provincia di Rovigo: la riflessione del sindaco di Polesella Leonardo Raito in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione della società affidataria del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani

ROVIGO – Lega e civici in Provincia di Rovigo hanno fatto cappotto con la loro lista “Uniti per il Polesine” eleggendo il candidato presidente e 7 su 10 consiglieri rispetto alla proposta politica di Forza Italia e Fratelli d’Italia in lista con “Centrodestra Polesine” (2 consiglieri eletti) ed il Partito democratico che si è presentato con una lista identitaria solo per il consiglio provinciale.

Forti del consenso ottenuto in Provincia, in vista del rinnovo del Cda di Ecoambiente, il socio di maggioranza assoluta, ovvero il Comune di Rovigo, ha intenzione di riconfermare l’amministratore delegato uscente Adriano Tolomei, mentre la Lega vorrebbe esprimere il presidente di Ecoambiente. Il primo nome al vaglio dei sindaci soci è stato quello di un professionista di Lendinara impegnato nel settore dei rifiuti speciali, proposto dalla Lega per la presidenza di Ecoambiente, ma il fatto che sia impegnato in un ambito dei rifiuti potenzialmente in concorrenza con Polaris, sembra abbia fatto storcere il naso ai più.

Se civici e Lega riuscissero ad esprimere sia presidente che amministratore delegato di Ecoambiente, oltre alla Provincia, sarebbe un secondo successo politico rispetto alla “vecchia politica dei partiti”.

In questo contesto, che si dipanerà il prossimo 29 giugno in assemblea tra i sindaci, si inserisce la riflessione di Leonardo Raito, sindaco di Polesella ed espressione di quella parte di politici scontenti della attuale gestione del Pd tanto da aver abbracciato la lista dei civici pur di non seguire le indicazioni del segretario Angelo Zanellato.

“Negli ultimi giorni, come spesso succede quando si avvicinano le scadenze dei consigli di amministrazione, è iniziato il totonomine relativo al prossimo cda di Ecoambiente, la società di gestione del ciclo integrato dei rifiuti partecipata dai comuni che svolge un servizio fondamentale per le municipalità e la cittadinanza – afferma Raito – Il dibattito è legittimo ma credo sia riduttivo e, forse, ingeneroso, ridurlo a una sola proposta di nominativi che, se slegati da un indirizzo chiaro di politica industriale, potrebbe non risultare sufficientemente serio.

Ecoambiente ha visto approvato poco più di un anno fa, dall’assemblea dei sindaci del bacino, un piano industriale che varrà fino al 2050, una scelta che rende solida e stabile la società ma che credo non possa spingere i soci a delle serie valutazioni di ordine politico gestionali.

La prima domanda da porsi è se Ecoambiente oggi conservi una dimensione ottimale per il mantenimento della propria autonomia o se le scelte di politica aziendale dovrebbero portarla alla ricerca di nuove aggregazioni o di ampliamenti. La seconda è relativa alla strutturazione dell’azienda stessa: cioè definire la governance politica e tecnica e gli assetti più confacenti a suddette scelte di politica aziendale. La terza sta proprio sul piano industriale, e alla possibilità di apportarne modifiche anche alla luce delle evidenze in chiave di aumento dei costi post pandemia e degli aspetti legati alle opportunità del Pnrr e dell’economia circolare. Nel mezzo ci sono anche valutazioni che riguardano Polaris, gli ecocentri comunali, la discarica e altre importanti questioni.

Tutte queste considerazioni, a mio avviso, dovrebbero rappresentare il punto di partenza per qualsiasi scelta decideranno di fare i soci, che sono i comuni e non i partiti. Va tenuto presente inoltre che, coordinato dal presidente del Consiglio di Bacino Rovigo, Antonio Laruccia, un gruppo di lavoro ha elaborato proposte relative alla gestione aziendale che andranno sicuramente valutate e discusse. Insomma, va bene andare alla ricerca di persone che si assumano l’onere e la responsabilità di amministrare l’azienda, ma sarebbe irrispettoso, anche per loro, non considerarli interpreti di una strategia e di una prospettiva futura che, con Ecoambiente, dovrà indirizzare la gestione di un servizio pubblico fondamentale per i prossimi anni. Il carico di responsabilità che metteremo sulle spalle del futuro cda è enorme. Per non sbagliare le persone su cui investire, è determinante avere le idee chiare sul dove andare”.

Leonardo Raito prova a lanciare il sasso, vedremo se i sindaci raccoglieranno l’invito. Di sicuro l’anomalia che la scelta del Cda di una azienda non avvenga per quote di proprietà come in una qualsiasi assemblea soci di una Srl inciderà non poco sul futuro della governance di Ecoambiente mettendo sullo stesso piano il voto del socio proprietario al 50% della società rispetto ad un socio che non arriva nemmeno allo 0,5%, aprendo ai giochi di corrente che per oltre un decennio hanno condizionato la società quando i Comuni erano soci indiretti di Ecoambiente tramite il Consorzio rifiuti. In quel contesto, risolto oggi con lo scioglimento del Consorzio, i sindaci soci, Rovigo Compreso, si riunivano in assemblea sindaci, visto che per anni è stato negata loro la possibilità di ricostituire il Cda del Consorzio, e deliberavano a favore dell’indirizzo da dare a Pierluigi Tugnolo in assemblea soci di Ecoambiente, multe comprese nel caso di mancato rispetto delle indicazioni ricevute.

Oggi i Comuni sono soci diretti di Ecoambiente e potrebbero semplicemente riunirsi in assemblea soci e deliberare, ma il prossimo 29 giugno probabilmente si vedrà la “solita” assemblea dei sindaci funzionale al controllo analogo di un soggetto, l’ex Consorzio, che non c’è più. Vedremo poi se il Consiglio di bacino, Ente che non è un soggetto con personalità giuridica di Azienda speciale, quindi un Ente che non può avere capacità di gestione dell’azienda affidataria, ma solo di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, vorrà ancora “mettere bocca” sulla autonomia gestionale, da cui la nomina del Cda di Ecoambiente, come ha preteso di farlo giocando tra la confusione dell’Ente di bacino in liquidazione di funzioni regolatorie e la evaporazione del Consorzio Rsu Azienda speciale, sempre considerato in liquidazione fino al momento in cui è “risorto” per fondersi, in aumento di capitale, con Ecoambiente.

Per rendere tutto più semplice si pensi al caso in cui l’affidatario della gestione dei rifiuti fosse Herambiente, incece di Ecoambiente, come in tanti Comuni d’Italia, i sindaci del bacino di Rovigo, riuniti in assemblea, avrebbero possibilità di scegliere i nomi del Cda di Hera? Ovviamente No essendo la nomina del Cda una prerogativa dei soci, non dei clienti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime notizie

Ultime notizie