Melara, ancora disagi post maltempo: metà paese è senza rete telefonica 

Dal 16 maggio mezzo paese si è ritrovato senza fibra con danni per chi, come ad esempio gli anziani, ha bisogno di usare il telefono

MELARA (Rovigo) – Il paese continua a fare i conti con l’eccezionale ondata di maltempo che ha flagellato senza tregua l’Altoplesine nella seconda metà di maggio. Dopo le due terribili giornate del 16 e 22, quando sono caduti rispettivamente 36 e 39 millimetri d’acqua, una parte del centro è di fatto ancora senza telefono e internet.

“Le precipitazioni sono un fenomeno consueto in questo periodo – spiega il sindaco Anna Marchesini – anche se da tempo ormai il clima si va tropicalizzando sempre più con rischio di bombe d’acqua o periodi di pioggia particolarmente intensa e prolungata. Siamo stati costretti a intervenire con l’ausilio della Protezione Civile per realizzare due bypass in corrispondenza di via Api e via Mazzetta, perché i fossi non riuscivano più a far defluire l’acqua, e a fare lavori di manutenzione straordinaria alle caditoie per scongiurare danni peggiori”.

Risolti o in via di risoluzione i disagi a campi e terreni, resta però aperta un’altra partita, delicatissima: “Dal 16 maggio mezzo paese si è ritrovato senza fibra con danni per chi, come ad esempio gli anziani, ha bisogno di usare il telefono, o per tante aziende che sono state costrette a rallentare giocoforza la loro attività. Ci siamo immediatamente attivati – continua la Marchesini – ma ad oggi l’operatore (TIM, ndr) non assicura risposte prima del 29 giugno, cosa che per noi è del tutto inaccettabile. Comprendo perfettamente cha abbiamo assistito a un mezzo uragano, e che oltretutto dalla vicina Ostiglia, dove sono caduti 165 millimetri di pioggia, abbiano fatto defluire qui parte dell’acqua in eccesso, ma otto settimane per ripristinare la situazione è davvero troppo. Continueremo a insistere con chi di dovere per accelerare le cose, confidando che i tempi di soluzione possano esser più brevi di quanto prospettatoci, ma siamo fortemente critici su come vengono gestite queste emergenze”.

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