Maniezzo (FdI) contro Gaffeo: Confusione ad arte su Iras

Demolizione di Casa Serena, il modo per distrarre l'attenzione dal fallimento delle trattative per l'accordo con Ater, Regione ed Ulss 5

ROVIGO – Il sindaco Edoardo Gaffeo avrebbe adottato la strategia della confusione, per confondere il proprio personalissimo fallimento politico nella gestione della questione Iras, secondo il consigliere comunale Mattia Maniezzo di Fratelli dìItalia.

“Con la supponenza che lo distingue, Gaffeo attacca l’opposizione accusandola di essere responsabile del naufragio delle trattative per una risoluzione della problematica. Nulla di più falso” afferma Maniezzo.

“Parla di condivisione quando, come sempre, i documeti a suo tempo ci arrivarono mesi dopo le trattative che il Sindacao guidava con gli attori allora in campo (Iras, Ulss 5 Polesana, Regione, Ater). L’unica proposta che, in solitaria, è riusito a produrre è stata bocciata dal consiglio comunale, tra cui egli stesso. Ma dove si è mai visto un sindaco che si boccia la sua stessa proposta?” afferma il consigliere di minoranza.

La soluzione, noi, l’avevamo trovata ricevedo il parere favorevole della ragioneria oltre alla trasversalità delle forze di opposizione più una parte della maggioranza. Ricordo che la nostra proposta prevedeva una somma di 3,2 milioni di euro (già accantonati) per mettere Iras nelle condizioni di rimanere pubblica, salvaguardando i posti di lavoro. Due condizioni imprescindibili sulle quali è stato costruito il nostro lavoro, giunto in consiglio comunale a luglio. Lavoro che ci fu bocciato dal sindaco e la “sua maggiornaza” davanti a molti lavoratori dell’ente presenti in aula.
La proposta, avrebbe mantenuto Iras pubblico, garantito tutti i posti di lavoro gettando le basi per un ragionamento condiviso sul futuro dell’immobile di Casa Serena.

Gaffeo, invece, ha scelto la via delle carte bollate che a brevissimo avrà un primo riscontro. Alla scorsa capigruppo, ove è uscita la proposta di demolizione di Casa Serena, non ho mai una sola volta sentito uscire dalla bocca del primo cittadino parole come lavoro, famiglie o regime pubblico del servizio; anzi, si è paventato, in caso di soccombenza al Tar, di ricorrere al Consiglio di Stato.

Resto convinto che lo scopo sia quello di privatizzare l’ente, anche perché in questi 6 mesi che ci dividono dal luglio scorso, nessuna interlocuzione è stata avviata dal Comune con la Regione. Ma che politica è questa se non quella dell’arroganza e dell’isolamento?”.

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