Rispetto alla prospettiva di estrarre gas in Adriatico l'impianto eolico ha una sostenibilità di un ordine di grandezza superiore, ne è convinto il Portavoce dell'opposizione in Consiglio Veneto

VENEZIA – Nessun dubbio sulle rinnovabili per il raggiungimento della autosufficienza energetica del Paese per Arturo Lorenzoni, docente di Economia dell’energia all’Università di Padova e consigliere regionale del Veneto.

L’eolico offshore è una tecnologia con grandi prospettive, utile a compiere l’agognata transizione energetica verso la sostituzione dei combustibili fossili”. Così il Portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale sulla notizia (LEGGI ARTICOLO) dello studio di un progetto di un impianto eolico da 800 Megawatt di potenza da installare a circa 13 miglia (24 chilometri) dalla costa veneta.

“Una realizzazione di grande dimensione, ma in linea con quanto proposto in molte altre parti d’Italia – aggiunge Lorenzoni – Nel mare del Nord le pale di grande taglia sono ormai una realtà consolidata; certamente pure nel Mediterraneo diverranno presto delle presenze familiari”. Sorprende, secondo il docente, “che gli enti locali della costa interessata dal progetto non siano stati ancora informati e resi partecipi del progetto; anche perché le ricadute locali possono essere importanti, sia in termini di lavoro che di attività economica. Auspico che il confronto tra gli investitori e gli amministratori possa partire a breve: investimenti di tale portata non possono essere valutati sulla base del sentito dire”. “Rispetto alla prospettiva di riattivare l’estrazione di gas in Adriatico – conclude – l’eolico ha una sostenibilità di un ordine di grandezza superiore”.

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