In 1500 inciteranno i Bersaglieri come fossero i 6 mila dello stadio Battaglini di Rovigo nella finale del 2016

ROVIGO – Sostegno e rispetto. Sono i capisaldi del rugby. Saranno 1500 i tifosi in partenza da Rovigo per assistere alla finale scudetto al Lanfranchi di Parma tra FemiCz e Petrarca Padova (diretta su Rai 2 ed Eleven dalle 21 di domenica 28 maggio).

Squadra in partenza domenica mattina, direzione Parma. Attenderà l’ora della sfida in hotel, pranzo, riposo, e fasciature, poi direzione Lanfranchi. A seguire i pullman dei tifosi (Old della Rugby Rovigo inclusi), ben tre quelli organizzati dagli Amici di Boara dell’infaticabile Moreno Biscuolo, due per le Posse, due per Passione rossoblù, una per la Monti Rovigo ed una privata. 1200 i biglietti gestiti direttamente dalla segreteria della Rugby Rovigo Delta, tutte le richieste sono state evase con successo. Altri 300 biglietti sono stati acquistati da Rovigo nella piattaforma predisposta in accordo con Fir, altri tagliandi sono disponibili nella tribuna sud dietro i pali (qualche centinaio).

Ritorno in città previsto per le 3 del mattino (LEGGI ARTICOLO).

I 1500 inciteranno i Bersaglieri come fossero i 6 mila dello stadio Battaglini nella finale del 2016. Lo dovranno fare soprattutto nei momenti bui della partita. Il 16esimo uomo in campo si vede nei momenti critici della partita. Troppo facile salire sul carro dei vincitori, ed accorgersi che c’è il Rovigo in finale una settimana prima, ignorando per mesi il sacrificio di staff, giocatori e società.

Se sarà ancora Rovigo – Petrarca, per il terzo anno di fila, il rugby italiano deve ringraziare anche i due presidenti Zambelli e Banzato. Senza di loro il rugby sarebbe più povero, meglio non dimenticarlo. In attesa che qualcuno li ringrazi lo facciamo noi. 

Da pelle d’oca il coro del San Michele nella finale del 2017. Alè, alè, alè, Rovigo alè”, 15 minuti incessanti di un grido collettivo che rappresenta ancora qualcosa di indelebile per chi era in campo, e per tutti i presenti. In campo il Calvisano di Massimo Brunello stava dominando la finale scudetto, la FemiCz Rovigo stava inesorabilmente cedendo con l’onore delle armi. Ad un certo punto un gruppo di dieci tifosi parte con il coro, dopo due minuti tutta la tribuna si unisce rappresentando l’orgoglio della città in mischia. Passano i minuti e il coro non si ferma.

Il match finisce 43-29, il Calvisano segna anche una meta nel finale, ma il coro continua. Accade qualcosa di indescrivibile, che raramente abbiamo visto in altri sport.

Una sorta di tributo ai giocatori che avevano comunque dato tutto, e un segnale a tutto il rugby italiano. Un manifesto. Un viaggio chiamato Rovigo.

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