“Lavoriamo insieme a un cambiamento culturale anche nel nome di Sara”

Ancora un uomo che non ha accettato la fine di una relazione, ancora un femminicidio, la presa di posizione della Cisl Padova Rovigo 

ROVIGO – “Ancora una volta il nostro territorio si macchia del sangue di una donna, e ancora una volta per mano di un uomo che non ha accettato la fine di una relazione. Questo è uno dei pochi dati ormai certi sulla morte di Sara Burattin, la giovane di Bovolenta uccisa ieri a coltellate nel giardino di casa. Tornano alla mente i versi dell’attivista peruviana Cristina Torre Cáceres, divenuti virali dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin: ‘Mamma, non piangere le mie ceneri. Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima’”. 

Sono le parole di Stefania Botton della Segretaria territoriale della Cisl Padova Rovigo. Un dramma che continua a colpire da vicino il Veneto.

Giulia non è stata l’ultima, ma l’ondata di rabbia e di dolore provocata dalla sua uccisione ha suscitato una presa di coscienza collettiva sulla piaga del femminicidio – spiega Stefania Botton – che ha portato molte donne a denunciare abusi e sopraffazioni e che dobbiamo mantenere viva, anche per Sara. È una battaglia che possiamo vincere solo se la combatteremo tutti insieme, sindacato, istituzioni, impresa, agenzie educanti e mondo della cultura e del volontariato, contro ogni stereotipo e ogni forma di discriminazione, per affermare la cultura del rispetto. La Cisl Padova Rovigo è impegnata anche con azioni di sensibilizzazione nei posti di lavoro, unitamente a Cgil e Uil, promuovendo assemblee e incontri dedicati al contrasto delle molestie sul lavoro, delle violenze nell’ambito familiare e di tutte le forme di discriminazione, a cominciare dal gender pay gap, con l’obiettivo di promuovere un cambiamento culturale che coinvolga la scuola, la famiglia, il mondo del lavoro e l’ambito sociale. Stiamo predisponendo incontri con i ragazzi nelle scuole nell’ambito dei progetti Pari, per la parità e l’equilibrio di genere, per seminare nelle giovani generazioni il germe del cambiamento culturale”. 

“Quello che vogliamo distruggere è ogni tipo di messaggio discriminatorio – evidenzia Stefania Botton – ogni parola sbagliata, ogni forma di mascolinità tossica e di misoginia, ogni comportamento sessista, dal catcalling alla violenza sessuale. Quello che vogliamo costruire è una società più paritaria e più libera, fondata su modelli rispettosi e inclusivi. È quello che, come sindacato, stiamo realizzando attraverso i nostri coordinamenti, sportelli di ascolto, la nostra progettualità contrattuale e sociale. Attraverso la contrattazione, per realizzare nelle comunità lavorative quelle condizioni di benessere, welfare e conciliazione indispensabili per superare ogni tipo di disparità di genere, lungo quel cammino di civiltà sul quale vogliamo portare sempre più donne e più uomini”. 

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