L’appello degli studenti del Paleocapa: “non dividete la nostra classe”

Gli alunni della 3CS del Liceo scientifico Paleocapa di Rovigo chiedono di essere ascoltati, sono in 18, e rischiano l’accorpamento con altre due classi 

ROVIGO – Hanno mandato un accorato appello alla Stampa locale gli alunni della classe 3CS del Liceo scientifico P. Paleocapa di Rovigo. Sono 18 studenti, un bel gruppo affiatato, i genitori in settimana andranno a parlare in Provveditorato, il rischio è che la classe venga divisa in due. Una lettera scritta di concerto che pubblichiamo integralmente.

“Abbiamo bisogno di qualcuno che ci ascolti, ma che soprattutto faccia sentire la nostra voce.

Più volte abbiamo letto notizie di giornali locali che riportano le novità positive del nostro istituto, ma quando le cose non funzionano è giusto che la cittadinanza ne venga a conoscenza.

Chi ci dovrebbe ascoltare non lo fa e in più non ci risponde (Dirigente, Provveditorato, Ufficio Scolastico Regionale). Per cui chiediamo alla vostra redazione un aiuto.

Siamo 18 ragazzi/e e il prossimo anno (quarto anno) vogliono dividerci e accorparci ad altre due quarte che diventeranno classi pollaio di 30 alunni”.

“Siamo una classe molto unita per cui la sola idea di dividerci ci fa stare male, ma non vogliamo l’accorpamento anche per altre ragioni: perderemmo tutti i nostri insegnamenti, in classi così numerose sarebbe difficilissimo svolgere l’intero programma ministeriale e di sicuro non si presterebbe attenzione ai bisogni di noi singoli ragazzi.

Ad unirsi a noi ci sono anche le altre due classi a cui verremmo accorpati che, nonostante siano meno coinvolte, comunque si rendono conto dei disagi che si verrebbero a creare nel ritrovarsi così numerosi. Inoltre sappiamo che anche altre classi del nostro stesso istituto stanno vivendo una situazione simile e che come noi stanno facendo il possibile per evitare che la divisione avvenga.

Abbiamo un’infinità di cose da dire, dati raccolti, proposte e trascorsi della nostra classe che hanno bisogno di essere raccontati. Chiediamo solo che qualcuno si accorga di noi”.

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