L’anacronistica follia di riprendere le trivellazioni in Polesine

Dal Consiglio regionale veneto Arturo Lorenzoni ed Erika Baldin denunciano i rischi della decisione del governo e l'incoerenza della Regione in materia

BAGNOLO DI PO (Rovigo) – Si è tenuta domenica mattina 15 gennaio, nella frazione di Runzi, la tavola rotonda per parlare dell’ormai certa ripresa delle estrazioni di gas in alto Adriatico e l’inevitabile conseguente subsidenza del territorio Polesano. Titolo dell’incontro: “Tra il dire e il fare c’è la trivella in mare”.

Organizzata nella sala intitolata a “don Pino Puglisi” da “Polesine progressista”, col patrocinio del Comune di Bagnolo di Po, la riunione ha visto la partecipazione di almeno cinquanta persone e alcuni sindaci di tutti gli orientamenti politici.

I relatori, moderati da Alberto Lucchin, sono stati la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin e Arturo Lorenzoni de Il Veneto che vogliamo, professore di economia dell’energia all’Università di Padova e portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale veneto.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco Amor Zeri, l’apertura del tavolo è stata affidata a una dichiarazione del prof. Pietro Teatini, collaboratore del CNR, che inequivocabilmente afferma: “Sebbene la subsidenza sia un processo lento e graduale, può ridurre in modo permanente la capacità d’immagazzinamento d’acqua dei sistemi idrici e aumentare il rischio d’inondazione nelle aree alluvionali e nelle pianure costiere”.

Il problema dunque è serio ed è stato affrontato sulla base dei rilievi storici che attestano come, dopo le estrazioni di gas metano degli anni Sessanta, alcune aree della nostra provincia siano ormai quattro metri sotto il livello del mare. Se non ci fossero un imponente sistema arginale e almeno 80 idrovore, il Polesine per metà sarebbe già sommerso dall’Adriatico.

La scelta governativa è stata perciò definita, seppur con sfumature diverse, “Anacronistica, contraria all’ambiente e soprattutto antieconomica, poiché i giacimenti dell’alto Adriatico rappresentano solo il 2% del fabbisogno energetico nazionale e basteranno per un solo anno”. Una decisione ritenuta dai relatori, ideologica e miope “…tant’è che anche alcuni esponenti del Centro destra sono contrari”.

Entrambi hanno poi posto l’accento sull’incoerenza del presidente della Regione Luca Zaia, che nel 2015 si era espresso contro le trivellazioni in mare definendole “…un’assoluta follia”, arrivando ad impugnare alla Corte Costituzionale il decreto “sblocca Italia” dell’allora governo Renzi. “Addirittura, – ha rammentato la consigliera Baldin – nel 2016 la Regione Veneto è stata fra le nove che hanno dato il via al referendum abrogativo contro la norma che intendeva sbloccare le trivellazioni”. Quel referendum non raggiunse il quorum, ma espresse la contrarietà della stragrande maggioranza dei votanti.

La Regione adesso, per assecondare gli orientamenti dell’attuale Governo, ha invocato la soluzione del tavolo tecnico, definito “…una foglia di fico” buona solo per tergiversare, ma le conseguenze saranno nefaste per il territorio e la popolazione che lo abita.

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“Prima di spostare Rovigo sui Colli Euganei…similmente a quanto sta succedendo per Giacarta”, esistono soluzioni alternative efficienti e praticabili, come le “Comunità energetiche”, il fotovoltaico e l’eolico in mare. Lorenzoni è convinto, fra l’altro, che la transizione energetica sia un’opportunità che non ha eguali per l’economia locale.

“Purtroppo, infatti, il problema della subsidenza non è sentito nei territori che non lo vivono come tale”, ha amaramente costatato il professore che auspica perciò una campagna di sensibilizzazione. “Bisognerebbe perciò far sentire la voce delle comunità”.

Nella sala affollata dai sindaci di Gaiba, San Bellino, Trecenta, Bosaro, Arquà Polesine e dal consigliere Mirko Mollaroli per il Comune di Occhiobello, è stata evocata anche l’ambiguità sul tema del senatore Bartolomeo Amidei di Fratelli d’Italia, ma anche della giovane sindaca di Porto Viro Valeria Mantovan, anche lei di FdI che pure è coinvolta dal problema direttamente nel suo territorio.

Interessanti, infine, i contributi giunti dall’uditorio. Laura Bassi per Polesine progressista (già articolo Uno) impegnata nell’organizzare eventi informativi, il vicesindaco di Bagnolo Pietro Caberletti che ha posto l’accento sui costi per mantenere in sicurezza il Polesine (altrimenti l’Adriatico arriverebbe a Villadose) e il presidente dell’Ance Veneta Paolo Ghiotti che ha parlato di quanto si possa fare nell’edilizia con le fonti alternative e rinnovabili.

“Oggi l’80% dei fabbricati è ancora in classe G (cioè molto energivori), – ha dichiarato Ghiotti – e questo settore crea il 41% dei rifiuti speciali e il 61% delle polveri sottili, è dunque imperativo introdurre il concetto di circolarità economico-ambientale, pensando al bene dei nostri figli”.

Ugo Mariano Brasioli

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