ROVIGO – “Dopo anni di dibattiti ed incontri a livello locale, regionale e nazionale, il dato inequivocabile che se ne ricava oggi è di una politica che non mette la pesca tra le sue priorità”.
Sono le parole di Mauro Baldi, Segretario Generale della Flai/Cgil Pesca di Rovigo.
Già nel 2019 si doveva intervenire nel Delta con importanti opere strutturali e di manutenzione di sacche e lagune, con lo scopo di risolvere il problema della mancanza di canali utili al ricambio, all’abbassamento delle temperature e ad arginare l’aumento del grado di salinità che uccide i molluschi, opere urgenti e non più rinviabili visto l’accentuarsi dei cambiamenti climatici che irrimediabilmente si stanno concretizzando anche nel nostro territorio polesano.
“Purtroppo l’unico dato certo ad oggi e non lo rileva solo la Flai Cgil di Rovigo – sottolinea Mauro Baldi – ma anche chi quotidianamente opera nel Delta, sono, in base alle risorse messe in campo annualmente dalla Regione Veneto, le inefficaci oltre che costose azioni tampone, opere non strutturali e che inevitabilmente nel tempo si potranno solo tradurre in un mancato sviluppo economico oltre a gravi danni all’ambiente”.
Quanto il territorio abbia ottenuto da tutto questo è che tutti gli operatori sono costretti ad svolgere il proprio lavoro nelle stesse medesime problematiche di quattro anni fa, a Scardovari come a Pila.
L’economia del Delta non può più crescere in queste condizioni d’insicurezza.
“La Flai – Cgil Pesca di Rovigo, comprende lo stato di disagio e di difficoltà nel quale si trovano le imprese e gli armatori e ritiene inaccettabile che questo bene collettivo rischi di scomparire, magari favorendo un ulteriore ingresso di prodotti esteri importati sui nostri mercati e trasformando i nostri pescatori in una specie a rischio d’estinzione.
L’ittico del Polesine, rappresenta un settore strategico e deve essere messo in tranquillità per dare la possibilità a chi ci lavora di programmarsi un futuro solido per sé e per la propria famiglia.
Se è vero che è sempre più di moda la parola resilienza, è giusto ricordare a tutti che essere resilienti vuol dire avere la capacità di far fronte alle avversità uscendone rafforzati e di essere in grado di sapersi riorganizzare positivamente la propria vita a seguito di un evento critico negativo”.
“Cosa c’è stato di più evento critico di questi ultimi tre anni? Come pensiamo ne possa uscire un settore già di per sé in forte difficoltà economica, visto anche l’accanimento dell’Unione Europea verso chi pesca nell’Adriatico ed in generale nel Mediterraneo, senza a volte conoscerne la diversità tra cosa si pesca nei mari del Nord e quelli del Sud Europa.
Bene ha fatto l’attuale Governo – continua Mauro Baldi – a prorogare il termine per la presentazione della domanda di indennità del fermo pesca, sperando poi che l’erogazione avvenga in tempi brevi e puntuali, ma altrettanto come Flai Cgil chiediamo al Governo Meloni, come fatto già con i Governi precedenti, un immediato intervento economico a sostegno del settore della pesca e di rendere la Cisoa pesca effettivamente adeguata ed utilizzabile, al fine di garantire la continuità occupazionale ed il reddito delle imprese.
Pertanto, in una situazione di difficoltà come quella attuale, si chiede di renderlo, nel caso di necessità utilizzabile da subito, in modo che possa sostenere in maniera strutturale il reddito dei lavoratori.
Purtroppo, ad oggi la Cisoa pesca è una scatola vuota, inutilizzabile per i lavoratori e un ulteriore costo per le imprese che da gennaio 2022 stanno pagando.
Un vero scandalo dove nessuno vuol trovare una soluzione, è come se pagassi una polizza auto ed in caso d’incidente l’Assicurazione non risponde!
Infine, ritengo non sia più rinviabile l’ipotesi di un Ministero del Mare in quanto è assolutamente necessario per la pesca non far più parte del sistema dell’Agricoltura.
Un sistema che non mette la pesca tra le priorità, mentre nel frattempo il settore sta scendendo ai minimi storici per fatturato e per personale.
Per questi motivi, propongo a tutti di iniziare assieme una forte mobilitazione a favore di questo settore, perché non è più accettabile questo immobilismo.
Chiedo inoltre a chi rappresenta le imprese ed a chi rappresenta i lavoratori, di non alzare od abbassare la voce in base a chi ha davanti od a chi governa, amico o nemico che sia, ma di continuare a mantenere il tono ed il volume costantemente alto, perché solo assieme, sapremo fare gli interessi di chi orgogliosamente vogliamo rappresentare”.