La giostra della calcinculo di Palazzo Nodari

Pungente e senza peli sulla lingua: il sabato del villaggio a Rovigheto di Roberto Magaraggia che commenta le recenti "incredibili piroette" per la sedia da sindaco di Rovigo

ROVIGO – Libero come l’aria, Roberto Magaraggia riflette sulla situazione del Partito democratico di Rovigo alla ricerca di un testimonial che possa far dimenticare i “problemi d’immagine” in vista delle prossime elezioni amministrative di giugno, in un centrosinistra frammentato alla ricerca di un “federatore” (LEGGI ARTICOLO). La notizia della “campagna aquisti” di Azione (LEGGI ARTICOLO), qualora il partito di Carlo Calenda scegliesse di appoggiare il Pd di Rovigo, creerebbe un blocco “anti Gaffeo” capace di far gongolare la segreteria di galleria Ballotta guidata da Giacomo Prandini.

“L’eterna antitesi amico-nemico rivelata, secondo gli ambasciatori ateniesi ai reggitori di Melos, sarebbe una legge naturale. Quindi ogni movimento interno alla politica si costituirebbe a spese di un altro raggruppamento. Probabilmente, sbagliando, è ciò che mi è venuto di pensare dopo aver letto le incredibili piroette che la giostra della “calcinculo”, istallata nei pressi di Palazzo Nodari, potrebbe riservarci” scrive Magaraggia.

Chi prenderà la “coda per un giro gratis”? In biglietteria si accalcano nomi e cognomi per il Partito democratico. Quali l’ex parlamentare Diego Crivellari e l’ex candidata sindaco, Silvia Menon. Credo che tra i due vi sia un denominatore comune.

Crivellari, secondo quanto dichiarato alla stampa mesi fa dal segretario provinciale del suo partito Angelo Zanellato (ora suo nume tutelare) era settimanalmente da lui a richiedere la testa di Gaffeo. Per poi mutare atteggiamento a 180 gradi nel momento che la sua compagna aveva giustamente ottenuto un ruolo nella giunta cittadina. Per poi associarsi ad altri compagni per chiedere le dimissioni di Zanellato, in conflitto con Gaffeo.

Per Silvietta, già dal Liston data per sindaco con la sua lista civica, la bruciante sconfitta ad opera di Gaffeo, nel non accedere al ballottaggio, deve averla segnata profondamente. Tanto che dopo un anno di consigliatura ha gettato la spugna dimettendosi. Ora, più che le sirene piddine, c’è una froidiana possibilità di liberarsi del magone. Andare contro Gaffeo, più che credere nel partito dei Zanellato-Romeo” conclude Magaraggia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime notizie

Ultime notizie