Iras Rovigo avvia il contenzioso con il Comune: individuata la terna arbitrale per il lodo

Prefettura informata dei possibili scenari per l'Ente che gestisce la casa di riposo cittadina dopo il recesso unilaterale di Iras dalla convenzione in essere con il Comune di Rovigo

ROVIGO – Dall’incontro avvenuto in Prefettura tra le parti coinvolte nella vicenda di Iras, richiesto dai sindacati Cgil Cisl e Uil, è emersa la volontà di Iras nell’avviare un contenzioso con il Comune di Rovigo alla luce della presunta assunzione di responsabilità, da parte degli uffici del Comune, di un debito da 3,127 milioni di euro che non è ancora stato corrisposto ad Iras.

Il commissario regionale di Iras è talmente convinta del credito che vanta nei confronti del Comune che l’ha incluso nel decreto commissariale di dicembre 2022, impugnato dal Comune al Tar del Veneto, e lo ha ribadito nella comunicazione di recesso unilaterale dalla convenzione in essere per Casa Serena, al momento libera e, secondo Iras, riconsegnata al Comune di Rovigo.

Le posizioni rimangono sempre divise dalla natura di questa somma, che il Comune di Rovigo non avrebbe problemi a corrispondere ad Iras come ammortamenti non goduti in caso di risoluzione consensuale della convenzione, a patto di scrivere un futuro di interesse pubblico per il bene liberato, ovvero Casa Serena, ma non come somma da versare in quanto dovuta da Iras come credito certo ed esigibile nei confronti del Comune.

L’ipotesi di scrivere un nuovo futuro per Casa Serena è naufragata nella montagna di lavori necessari per l’adeguamento della struttura di via Bramante il cui progetto, condiviso con Ater e Ulss 5 Polesana, è stato modificato unilateralmente dalla Regione per quanto riguarda la divisione degli spazi delle cucine, inizialmente esclusi dall’accordo, e, dall’incontro in Prefettura, è emerso che ormai è praticamente lettera morta.

La Prefettura comunica che l’incontro è servito per “fare una analisi dello stato attuale della vicenda e per discutere gli scenari futuri con gli attori coinvolti in una trattativa che sembrava essere ad un passo dalla soluzione”.

La Prefettura si è dichiarata attenta in primis alla maggior tutela possibile per i lavoratori e gli ospiti della struttura rendendosi disponibile a mantenere i rapporti e valutare soluzioni possibile per la loro salvaguardia.

Il sindaco Edoardo Gaffeo ha ribadito che sulla vicenda deciderà il consiglio comunale ricordando che la soluzione ventilata a dicembre 2022 aveva ottenuto tutti i pareri favorevoli, quella precedente alla ultima modifica regionale, benchè più onerosa, avrebbe potuto avere pareri favorevoli, mentre l’ultima proposta modificata, invece, ha avuto tutti i pareri negativi e non è stata portata in consiglio comunale a inizio giugno per evitare una bocciatura certa.

In consiglio comunale quindi, al momento, potrà essere votata una delibera presentata dal consigliere Michele Aretusini, redatta dalla segreteria della Giunta regionale del Veneto diretta da Lorenzo Traina, che è sulla falsa riga di quanto il precedente commissario di Iras, Ezio Zanon, aveva proposto in consiglio comunale al Censer: il Comune versi ad Iras i 3,127 milioni che ha già accantonato e pensi al futuro di Casa Serena in un secondo momento.

La proposta è sempre stata considerata irricevibile da Palazzo Nodari, affermata in consiglio comunale e ribadita in Prefettura, avvallata da pareri legali che non riconoscevano l’interesse pubblico nell’operazione di abbandono di Casa Serena “solo” per aiutare i conti di Iras, ente autonomo sottoposto al controllo della Regione Veneto, che si è sostituita al consiglio di amministrazione con i commissari straordinari da quasi 7 anni, e che è fortemente in passivo.

Se la soluzione “salva Iras” sarà quella del ritorno alle origini votando la delibera Aretusini, l’amministrazione Gaffeo subirebbe un duro colpo, anche perchè, si sarebbe potuto fare già oltre un anno e mezzo fa, così come il non votare una proposta di erogazione delle somme disponibili macchierebbe l’amministrazione per aver creato il presupposto della messa in liquidazione dell’Iras e la conseguente vendita ai privati.

Non fare nulla espone il Comune alla decisione di un lodo arbitrale prima, e di una causa poi, nel caso non si volesse riconoscere il valore del lodo, di una somma che sicuramente sarà maggiore di quanto in discussione da mesi, la soluzione potrebbe essere quindi quella di presentare una delibera, della maggioranza, capace di “salvare capra e cavoli”, ovvero versare una somma che consenta il salvataggio di Iras dalla messa in liquidazione e perseguire l’interesse pubblico con riferimento all’immobile di Casa Serena che rischierebbe di rimanere abbandonato ed in balia dei malintenzionati per anni.

“Deciderà il consiglio comunale” ha commentato laconico il sindaco Gaffeo che sul possibile ritorno alle origini della proposta regionale di versamento ad Iras di 3 milioni di euro ha aggiunto: “Abbiamo provato una strada che ci sembrava percorribile con la buona volontà di tutti, non ha funzionato”.

Presumibilmente in una ventina di giorni, quindi entro fine mese, il Comune di Rovigo avrà la possibilità di far pervenire ai consiglieri tutti i pareri circa la proposta Aretusini e circa l’eventuale proposta della maggioranza, quindi la decisione su Iras non sembra possa essere portata in aula il 13 giugno, data indicata come possibile al momento della sconvocazione del consiglio comunale di inizio giugno che non si è celebrato.

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