Latitanza di sindaci del Delta alla grande manifestazione contro il progetto dell'inceneritore di fanghi presentato a Loreo. Smaltirà rifiuti speciali dalle province di Rovigo, Padova e Vicenza

PORTO VIRO (Rovigo) – Mattinata di protesta, sabato 22 febbraio, a Porto Viro, con un corteo che è partito da piazza del mercato per raggiungere la sede del’Ente Parco del delta del Po, in piazza Matteotti (LEGGI ARTICOLO). Alla testa del corteo gli organizzatori Vanni Destro, Isi Coppola e Mario Mantovan (LEGGI ARTICOLO).

Subito la piazza si è popolata di numerosi sostenitori dell’iniziativa, ma nell’amarezza dei presenti di non aver visto nemmeno un amministratore dei comuni del Delta. La latitanza dei sindaci, tuttavia, è stata ben presto rimpiazzata da un corteo di quasi un chilometro che ha percorso via Marconi e via Contarini al coro di “Fanghi no, salute sì!”, e ancora: “Chiudiamo il varco al fango, viva il Parco!”, “Amidei, dove sei?”.

Gli oltre mille manifestanti sono infine giunti a destinazione sotto la sede del Parco: “Non è una battaglia politica – ha affermato Francesco Biolcati, consigliere comunale di Rosolina – siamo qui senza bandiere per manifestare e per combattere a favore di valori e di principi ben chiari. Pensiamo al futuro delle generazioni più giovani, alla natura, al valore ambientale che abbiamo qui nel nostro territorio. Il progetto dell’impianto è stato presentato dua anni fa e il Parco del Delta del Po ha firmato il nulla osta – ha spiegato – il Parco ci dovrebbe tutelare maggiormente. Noi siamo numerosissimi, ma molti sindaci e molti amministratori mancano”.

Quindi la parola è passata a Vanni Destro, uno dei promotori della manifestazione: “Vedere sorgere piccole centrali che poi insieme faranno più danni forse della centrale di Polesine Camerini – ha affermato – non è piacevole”. Destro ha anche spiegato che l’impianto previsto a Loreo, all’interno dell’area Mab Unesco e ai confini del parco del delta del Po, tratterà 60mila tonnellate di fanghi derivanti dalle acque di scarico di 107 Comuni delle province di Rovigo, Padova e Vicenza.

Proprio quest’ultima provincia è sotto l’occhio dei manifestanti per via delle recenti notizie sul processo contro la società Miteni, responsabile dell’inquinamento delle falde acquifere e di contaminazioni da Pfas: “Essere consapevoli dell’ambiente in cui si vive oggi – le parole di Claudio Lupo, medico dell’Isde, Medici per l’ambiente – è il primo passo per cogliere in flagrante i criminali che avvelenano sempre di più i nostri territori. Se ogni cittadino deve essere responsabile anche dell’ambiente, il medico è responsabile due volte”.

Tra gli altri, sono intervenuti anche Elena Ostanel, consigliere regionale di “Il Veneto che vogliamo” e Marino Favaretto di Opzione Zero. Presenti alla manifestazione le delegazioni di Greenpeace, Wwf, Polesine no trivelle, Italia nostra e Legambiente.

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La deputata polesana Nadia Romeo del Partito democratico ha commentato: “Ritengo che una manifestazione che ha raccolto una adesione tanto massiccia e trasversale rappresenti un segnale del quale non si può non tenere conto: in centinaia hanno chiesto, con forza, che il Polesine e il Delta in particolare cessino, una volta per tutte, di essere ‘terra di conquista’ per impianti di dubbia salubrità e si apra, invece, un’era di valorizzazione e tutela delle nostre eccellenze ambientali e paesaggistiche.

Il nostro Delta – ricordiamolo sempre – ha già dato, e sin troppo, a una idea di sviluppo e di produttività non rispettosa del territorio. Un errore che non deve ripetersi, a maggior ragione ora che è arrivato un riconoscimento fondamentale, tra l’altro non l’unico, come quello di Riserva di Biosfera Mab Unesco”.

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