Dopo aver fatto tappa a Rovigo nel 2024, quest’anno il Gruppo di Contatto Europeo dell’Aglio si è incontrato in Francia.

CHABRILLAN (Francia) – Il Gruppo di contatto europeo dell’aglio si è incontrato in questo mese di aprile in terra francese, a Chabrillan in Provenza, zona famosa per la produzione di aglio. Lo scorso anno era stata la città di Rovigo, nel Salone del grano della Camera di commercio a ospitare l’incontro di questo gruppo composto da rappresentanti dell’industria dell’aglio di Italia, Francia e Spagna e che ormai conta una storia lunga di tavoli di lavoro.

La delegazione italiana era rappresentata per il Polesine da Pierino Romagnolo produttore con ruolo di consigliere di amministrazione del consorzio Aglio Bianco Polesano Dop, Emanuele Coletti dell’aglio di Voghiera, Luigi Girotto produttore di Padova, Mario Schiano lo Morello funzionario di Ismea e per il ministero dell’Agricoltura c’erano Michela Galmini e Maria Cecilia Benedizione.


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Durante gli incontri, c’è stata una analisi della situazione attuale del mercato mondiale, sono stati riportati i dati delle rimanenze di magazzino della campagna 2024 e le previsioni di raccolta di questa nuova campagna, segnata da problemi legati al cambiamento climatico. Come sollevato già nel 2024, l’altro problema è legato all’argomento fitosanitari; infatti nei tre paesi europei sono state imposte regole che si differenziano particolarmente da quelle dei competitor globali; il risultato però è l’assenza di reciprocità e l’arrivo di aglio sugli scaffali italiani coltivato con regole e prodotti vietati in Europa, ma permessi in tutto il resto del mondo. “Desta molta preoccupazione questo fronte – commenta Romagnolo – regole diverse producono differenti risultati, sia di produzione che di ritorno economico”.

Il mercato mondiale è dominato dalla Cina, al secondo posto l’India e al terzo posto l’Egitto che prende il posto della Spagna avendo aumentato del 30% la produzione con una qualità che compete con bassi costi di gestione e un clima favorevole che ha quindi rafforzato la sua presenza. La previsione di produzione francese è simile a quella italiana; la Spagna ha aumentato la superficie coltivata ad aglio del 6%. I fattori climatici sono il problema principale per l’aglio, in tutte e tre i paesi: le abbondanti piogge hanno infierito ed è sempre più complesso proteggere le piante da malattie in quanto molti prodotti fitosanitari non sono concessi, ma allo stesso tempo l’Unione Europea non da fornisce una soluzione alternativa o valida. Si stima comunque che la produzione totale di Italia, Spagna e Francia abbia subito un calo del 30% negli ultimi tre anni a causa di un altro grosso problema tutto europeo: il mancato ricambio generazionale e la poca attrattività per i giovani a continuare con questa produzione.

Romagnolo ha portato i saluti del Consorzio di Tutela polesano dell’Aglio Bianco Dop e degli altri colleghi italiani che non hanno potuto essere presenti, in particolar modo i confezionatori. L’impegno promosso dal polesano è quello di redigere un documento da presentare al parlamento europeo per rivedere le regole e vigilare sull’arrivo di prodotto extraeuropeo. Romagnolo ha ricordato poi al gruppo le parole del presidente del consorzio Massimo Tovo, cioè l’importanza che ricoprono Dop e Igp, un valore aggiunto segno di sicurezza per il consumatore finale.

E infine Romagnolo ha augurato a tutti i produttori una buona campagna 2025: “Ho ricordato quello che ci lega, la produzione di aglio che sia di qualità e che rispetti ottimi standard, non solo per il reddito, ma una vera passione per questa coltura sempre più difficile da gestire ma che nessuno vuole abbandonare, né ora né in futuro”. 

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