LENDINARA (Rovigo) – La scelta e il coraggio di fare il giornalismo d’inchiesta è il filo conduttore del libro “La scelta” di Sigfrido Ranucci, presentato ieri primo febbraio al teatro Ballarin di Lendinara; un libro definito dall’autore “…un atto d’amore per la resilienza civile e per tenere alta l’asticella della libertà di stampa”.
Nel libro si raccontano i fatti che molti vorrebbero tacere, inchieste cruciali (molte rese possibili con la collaborazione di semplici cittadini), figure e retroscena scomodi per cui Ranucci è inviso all’establishment.
Nell’incontro, promosso dalla provincia di Rovigo nell’ambito di “Incontri con l’autore”, il volto di Report ha mostrato disponibilità dialettica, la stessa offerta a ciascuno dei presenti che si sono avvicinati per farsi autografare il libro.
Certo i temi trattati hanno lasciato l’amaro in bocca ma anche questo è il ruolo di un giornalista d’inchiesta, senza colore politico ma trasversale all’uomo che ovunque collocato può incidere sull’ambiente che lo circonda. Il sindaco Francesca Zeggio, nel dare il benvenuto alla folta platea convenuta anche da fuori città, ha definito “…un dovere istituzionale promuovere la cultura del confronto”.
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Lo dimostra nel libro ed anche nell’amatissimo e odiato programma televisivo di Report, da molti ritenuto un baluardo del giornalismo d’inchiesta in Italia, svolto attraverso un rigoroso lavoro di ricerca.
Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui evocando suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24. Due figure che ne hanno forgiato la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: “…perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo”. Dalle pagine emerge dunque l’autoritratto coraggioso di un uomo che non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. Ma per poter scegliere bisogna essere consapevoli e per esserlo bisogna essere informati. “Tutti abbiamo il diritto di essere informati” ha più volte sostenuto Ranucci. Per questo nel finale del libro ha volutamente citato l’Antologia di Spoon River ed in particolare il bibliotecario che aveva inventato la biblioteca itinerante del sapere.
Anche per questa ragione Sigfrido ha deciso di presentare “La scelta” (edito da Bompiani) tra la gente “…facendo più di 16mila chilometri ed incontrando migliaia di persone”, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
Ugo Mariano Brasioli