I pastori in politica, la funzione del leader

De Gasperi, Berlinguer e Aldo Moro, un lungo viaggio sulla politica tracciato da Diego Crivellari ad Adria con l’associazione Attive Terre

ADRIA (Rovigo)Interessante l’analisi che ha compiuto il professore Diego Crivellari, intervenuto al terzo appuntamento dei quattro, della serie sul tema “i pastori”. Trattando dei “pastori nella politica e la funzione del leader”. Laureato in Filosofia, scrittore e docente, nonché Presidente del Consorzio Universitario di Rovigo, ha dall’alto del suo punto di osservazione, delineato le problematiche della nostra società, partendo dalla storia. “Il modello di democrazia che conosciamo da duecento anni è quello della democrazia liberale o rappresentativa, basata cioè sull’esistenza di “pesi e contrappesi”, sul bilanciamento dei poteri, sull’equilibrio tra principio della libertà e principio dell’uguaglianza, ma anche sulle garanzie per le minoranze, sul progressivo riconoscimento di nuovi diritti come per esempio i diritti sociali.” 

Ha esordito Crivellari per poi procedere richiamando “Differenze e analogie con il passato novecentesco: nella nuova crisi delle istituzioni democratiche si mescolano fattori vecchi e inediti, specialmente in Occidente. Pensiamo all’impatto sulla società delle crisi economiche, alla fine del modello della piena occupazione e alle difficoltà del sistema di Welfare (come garantire scuola, pensioni, sanità per tutti?), ma anche al successo di modelli alternativi (per es. Cina), agli effetti del neo-liberismo come modello economico ormai egemone che, pur generando enormi ricchezze, porta ad aumento delle disuguaglianze sociali. Non meno dirompenti sono gli effetti dello sviluppo e della diffusione di nuove tecnologie: nel 1991 Tim Berners-Lee al Cern di Ginevra annuncia la nascita del World Wide Web e apre l’era di Internet. In parallelo, si fa strada la crescente consapevolezza dei limiti dello sviluppo capitalistico: crisi ecologica, migrazioni ecc. Il mondo contemporaneo è descritto in modo efficace dalla fortunata immagine del sociologo polacco Zygmunt Bauman: oggi ci troviamo dentro un nuovo tipo di società, la “società liquida”, in cui vengono meno i punti di riferimento tradizionali, vengono meno legami e vecchie certezze, nella vita privata come nell’organizzazione del lavoro e nel rapporto tra cittadini e istituzioni. In particolare, nei paesi occidentali, già a partire dagli Ottanta e Novanta tutta la politica è investita da profonde trasformazioni. Si tende a votare meno (astensionismo), come si tende a partecipare di meno alla cosa pubblica, mentre i partiti politici tradizionali perdono iscritti e le “grandi ideologie” novecentesche (liberalismo, socialismo, comunismo ecc.) perdono la loro presa sulla società, si diffonde la sfiducia nella politica e nelle istituzioni, il mondo dell’informazione muta radicalmente, la televisione diventa videocrazia. Più che di sfiducia nella democrazia (cioè nel principio della sovranità popolare, dell’eguaglianza di tutti davanti alla legge), in Europa e in America potremmo parlare di una sfiducia degli individui nei confronti del principio della “rappresentanza” (sociale, sindacale, politica), cioè nei confronti dei meccanismi della delega e della democrazia liberale (= democrazia rappresentativa, basata sul modello della divisione dei poteri, sul ruolo del governo e del Parlamento, sul pluralismo dei poteri, sul ruolo della stampa libera ecc.). Queste trasformazioni investono drammaticamente anche il ruolo e la funzione dei leader politici: come definire o ridefinire il ruolo del “leader” politico nel mondo contemporaneo? Come farlo rispettando l’etica della democrazia? E difendendo la democrazia in un mondo caratterizzato dall’emergere di nuovi autoritarismi?”. 

Partendo dall’utile e stimolante del significato di pastore in politica, Crivellari ha iniziato a parlare dall’attualità incominciando dalla recentissima morte di Henry Kissinger avvenuta lo scorso 29 novembre, e poi citando Tocqueville storico e studioso tra i più importanti del pensiero liberale classico e conservatore, sostenitore e valorizzatore della giovane democrazia rappresentativa ma al contempo iniziale critico delle sue inefficienze e degenerazioni, il quale teorizzava di epoche alterne di grandi partiti e piccoli partiti. Nice invece parlava di “grande politica” ovvero quella che parlava al mondo. Max Weber, grande sociologo e pensatore, come Macchiavelli e Gramsci, parlava della politica ridotta ad iso del potere. Si arriva poi alla nostra epoca dove si riscontra la crisi della politica, la crisi della democrazia e crisi della rappresentanza. La nascita della politica attuale si può ascrivere ai primi del novecento con lo sviluppo del modello industriale per poi tyra gli anni ‘20 e ’30 vedere l’ascesa dei totalitarismi: il fascismo e il comunismo sovietico. Arrivando alla crisi della democrazia in occidente, dell’idea che la rappresentanza (la circolarità del cerchio) per poi passare per l’illusione della “democrazia diretta” dell’uno vale uno, dell’assoluta trasparenza della politica e l’ideale della delega. I grandi pastori ai nostri giorni, sono difficilmente individuabili, ne possiamo indicare pochissimi e del recente passato: De Gasperi, Berlinguer e Aldo Moro. Tre sono gli ingredienti infine che potremmo indicare e che accomunano i “grandi pastori” citati: L’ambizione di pensare una grande politica, dai tempi lunghi, di svolgere una grande politica, ovvero che sappia superare i confini nazionali. Una politica dai tempi e pensieri lunghi; una politica profetica, cioè che sappia vedere avanti ad abbia una visione di futuro, e per questa basti leggere Aldo Moro, ma la grande visione si può anche ritrovare il Berlinguer che parlava di disarmo, di femminismo e delle donne e di ambientalismo; ed infine di una politica “che sappia costruire ponti” ciò che in fondo ci suggerisce anche Papa Francesco. Tutto ciò va creato e coltivato attraverso la formazione che potrà gettare le basi per una moderna società. 

“Il collegamento logico al tema che sarà trattato nel quarto ed ultimo incontro di giovedì prossimo, è quindi sorto automaticamente a conclusione della sua puntuale analisi del Professor Diego Crivellari”, ha concluso Alessandro Andreello, presidente dell’Associazione Genitoriale di Volontariato Attive Terre-Sostegno e Sviluppo di Uomini Famiglie Culture Territori, Ente del Terzo Settore senza fini di lucro, che ha ideato e organizzato “i pastori”, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e Pubblici Giardini, e il sostegno della Fondazione scolastica Carlo Bocchi. Il Professore antonio gardin, infatti, illustre formatore e dirigente scolastico, molto noto in città, interverrà relazionando  su “Accompagnatori educativi, i veri pastori?”. L’appuntamento quindi è per giovedì 7 dicembre, alle ore 17,30 dove al termine dell’incontro, è prevista la partecipazione del pastore Claudio Nardini di Cavanella Po, già intervenuto nel primo incontro, il quale proporrà, agli intervenuti un assaggio dei prodotti della sua azienda, accompagnati da un brindisi con la quale Attive Terre coronerà, il successo del ciclo d’incontri.

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