CASTELMASSA (Rovigo) – In merito all’ultimo consiglio comunale il gruppo di maggioranza Castelmassa Nuova ha ufficializzato un ampio documento in cui si attacca a tutto spiano la minoranza guidata da Barbara Bernardoni.
Punto importante i Boc o buoni ordinari comunali ventennali, ”un’operazione portata a termine nel 2006 – sottolinea la maggioranza che sostiene il sindaco Federico Ragazzi – vincolando 400 mila euro annui di spesa corrente ed ingessando così l’attività degli amministratori che si sono susseguiti negli ultimi vent’anni”.
La minoranza ha ritenuto valido questo debito pluriennale ancora in essere ma la realtà è diversa.
I Boc 2006 servirono a finanziare il primo restauro del teatro Cotogni, chiuso dal 1983 ma il risultato fu pessimo. ”Nacque una modesta sala polivalente di 140 posti a sedere, di cui una ventina inutilizzabili”.
Si voleva realizzare la nuova biblioteca comunale all’interno del vecchio palcoscenico e dei vecchi camerini in un ambiente privo di finestre e di adeguata illuminazione solare. In merito nel 2009 cambiò la maggioranza e la biblioteca fu dimenticata.
I Boc ventennali sono stati una palla al piede contabile per Castelmassa, ”Ciò ha limitato fortemente sia la spesa corrente che la capacità di investimento senza portare un effettivo beneficio quanto meno proporzionato al sacrificio economico imposto ai nostri concittadini”.
Ci fu poi il terremoto nel 2012 e il Cotogni fu ancora chiuso. Oggi lo storico teatro vanta 320 posti a sedere ”con un contributo comunale minimo rispetto al costo complessivo dell’opera, grazie a finanziamenti esterni (Regione, Cargill, Fondazione Cariparo), dimostrando così che le opere pubbliche anche importanti possono essere finanziate senza ingessare il bilancio comunale per vent’anni”.
Ne 2006 il Pnrr non esisteva ma i trasferimenti statali erano generosi e la macchina comunale costava meno di oggi. Dal 2009 ad oggi l’attuale maggioranza ha speso 16 milioni di euro a titolo di investimenti, di cui solo il 20% legati ai soldi post terremoto o al Pnrr.
”Rispediamo al mittente pertanto il tentativo, totalmente privo di fondamento, di dimostrare che le opere realizzate a Castelmassa negli ultimi 15 anni abbiano potuto concretizzarsi solo grazie ai fondi post sisma o al Pnrr” sottolinea Castelmassa Nuova.