Fusione tra comuni, Illuminante testimonianza del sindaco di Borgo Mantovano

Per il referendum sulla fusione tra Polesella e Guarda Veneta (Rovigo), si voterà domenica 29 e lunedì 30 ottobre 

GUARDA VENETA E POLESELLA (Rovigo) – Saranno i cittadini di entrambi i Comuni, Guarda Veneta e Polesella, i veri protagonisti della fusione: sarà, infatti, proprio sulla base delle loro risposte ai questionari distribuiti porta a porta che verrà stilato il “patto” programmatico al quale la futura amministrazione del Comune figlio della fusione tra Guarda e Polesella si atterrà. E’ stato chiarito nel corso dell’incontro pubblico organizzato martedì 17 ottobre a Guarda Veneta, nella sala polivalente.

Uno strumento, il patto, che avrà una importanza enorme: sarà la base dalla quale si partirà, infatti, per gestire e investire l’enorme quantità di risorse aggiuntive – si parla di oltre otto milioni di euro in 10 anni – che Stato e Regione erogheranno come incentivo alla fusione e che andranno quindi a cumularsi ai trasferimenti statali e regionali di prassi.

In questo modo, sarà possibile investire in servizi, opere pubbliche, assunzioni, sostenere le realtà associative dei paesi, gli eventi, dare tutte quelle risposte che la cittadinanza, giustamente, chiede e che, con le risorse attuali, i piccoli Comuni non riescono più a erogare. Il tutto, partendo da alcuni punti fermi: entrambi i Municipi resteranno aperti, quello di Guarda, in particolare, con servizi ed orari addirittura implementati; e, sempre a Guarda, le scuole resteranno aperte. 

Lo hanno chiarito i sindaci Erminio Colò, per Guarda Veneta, e Leonardo Raito, per Polesella. E una risposta chiara è arrivata anche a chi teme che la fusione possa fare “sbiadire” le tradizioni e le identità dei singoli Comuni. Tutt’altro: le risorse aggiuntive e le economie di scala consentiranno, al contrario, di garantire eventi, manifestazioni e iniziative in grado di rinverdire e rafforzare le tradizioni delle singole comunità.

In questo senso, determinante e illuminante è stata la testimonianza di Alberto Borsari, sindaco di Borgo Mantovano, il Comune nato dalla fusione di tre realtà, in provincia di Mantova: Villa Poma, Revere e Pieve di Coriano. 

“Prima della fusione – ha spiegato – il mio Comune, Villa Poma, aveva un solo vigile urbano, che faceva anche altro, per esempio il messo comunale; una sola persona all’ufficio tecnico che doveva occuparsi di tutto; un solo dipendente all’anagrafe, ufficio che, quando non c’era questa persona, doveva chiudere; un solo operaio comunale che non riusciva a garantire le manutenzioni. In parole povere, non riuscivamo a erogare in maniera continuativa i servizi, come ormai accade in tutti i Comuni piccoli e, senza servizi, la gente se ne va”.

Poi, la svolta. “Con la fusione ora possiamo contare, grazie alla condivisione di risorse, su 30 dipendenti, 5 persone all’ufficio tecnico, otto agenti di polizia locale. Il personale può specializzarsi, lavorare meglio e formarsi meglio. Tutti e tre i Municipi sono rimasti aperti, rimessi a nuovo con le risorse aggiuntive, e i cittadini possono andare in ognuno dei tre per fare ciò che serve loro”.

Per il referendum sulla fusione, si voterà domenica 29, dalle 7 alle 23, e lunedì 30 ottobre, dalle 7 alle 15, con un quorum del 30% che dovrà essere raggiunto in ognuno dei due Comuni.

Tenendo presente, come ha ricordato il sindaco Colò, che “Questo è l’ultimo treno. Entro il 2030 la Regione Veneto ha intenzione di ridurre sensibilmente il numero dei Comuni; 23 solo in Polesine dovranno essere accorpati. Quegli incentivi che oggi ci sono, e sono importantissimi, potrebbero sparire, o ridursi di molto, qualora le fusioni non decollassero e dovessero essere ‘spinte’ dall’altro”.

Venerdì 20 intanto due nuove assemblee pubbliche sul tema della fusione nel contesto del piano di riordino territoriale della Regione Veneto, con ospiti politici e amministratori regionali e nazionali. 

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