Fine Gaffeo, parte seconda

Il Pd di Rovigo ricerca la verginità in vista delle elezioni comunali di giugno 2024, prendendo le distanze dal sindaco dimissionario con 15 manifesti 6x3 affissi in città

ROVIGO – Dopo il comunicato “Fine Gaffeo” (LEGGI ARTICOLO) per cui il Partito democratico aveva assicurato che non avrebbe mai voluto silurare il proprio sindaco, ma anzi, è stato lui a dimettersi (LEGGI ARTICOLO), “la nuova narrazione” anticipata dalla ex presidente del consiglio comunale Nadia Romeo (LEGGI ARTICOLO) prende forma sugli spazi di pubblica affissione di Rovigo. “Noi ci siamo sembre battuti per i cittadini, se il risultato è stato diverso è colpa del traditore Edoardo Gaffeo” fanno intendere i maxiposter in giro per la città.

Per fortuna che erano alleati e si erano impegnati a sostenere il sindaco Edoardo Gaffeo fino al termine del suo mandato da primo cittadino.., altrimenti cosa avrebbero fatto?

La domanda non trova risposta, se non nell’allontanare lo spauracchio di un ripensamento e di un ritiro delle dimissioni da parte del sindaco, anche se sembra praticamente impossibile.

Dopo l’uscita dalla maggioranza, dopo aver cercato di spiegare le loro motivazioni, dopo aver denunciato pubblicamente l’utilizzo della “macchina del fango da parte del primo cittadino e del suo manipolo di fedelissimi”, il Partito democratico di Rovigo ha affisso manifesti contro “il sindaco Gaffeo, ed il suo tradimento”.

Si ricordano sette occasioni di tradimento nel maxiposter a partire dal carecere minorile in centro città, alla collocazione del nuovo tribunale, così come la scelta di privatizzare Iras o la chiusura delle piscine del polo natatorio per i lavori di adeguamento, tutte decisioni che secondo il Pd di Rovigo sono di “tradimento delle attese e delle speranze della città” da parte del sindaco dimissionario Gaffeo.

“Quando mi riferivo al fatto che sono sinceramente dispiaciuto per gli elettori del Partito Democratico, mi riferivo a cose come queste – afferma Gaffeo commentando i poster – Questa è l’ultima volta che mi occupo di miserie cosi. Abbiamo tutti di meglio e di più serio da fare” conclude.

“Non nel mio nome – afferma l’ex deputato Dem Diego Crivellari, attuale presidente del Cur di Rovigo – Ci dissociamo non soltanto da questi contenuti, ma anche da questo modo di fare politica. Ammesso che questa roba si possa chiamare davvero “politica”.

Sono convinto che la stragrande maggioranza degli elettori e dei cittadini che si riconoscono nel Partito democratico non può assolutamente riconoscersi in queste modalità di azione.

Non possiamo tacere: per noi viene prima di tutto il rispetto delle persone, qualunque sia il loro colore politico. In questo caso, poi, consideriamo il dato non trascurabile che il nostro partito è stato dentro la maggioranza che amministra Rovigo fino a ieri…

E con questi mezzi si vorrebbe farlo dimenticare e perfino rovesciare la realtà?

Abbiamo il diritto-dovere di dire la nostra se veramente abbiamo a cuore il partito, il centrosinistra, ma soprattutto il futuro della nostra città” conclude Crivellari.

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