Care lettrici e cari lettori,
oggi voglio parlarvi di un tema molto interessante in quanto coinvolge posizioni ed interessi contrapposti che, tuttavia, risultano entrambi estremamente rilevanti.
Come sappiamo, i genitori sono tenuti a mantenere i figli, anche maggiorenni, fino a quando gli stessi non abbiano raggiunto l’indipendenza economica o comunque la capacità di provvedere a se stessi.
Ne deriva che, qualora il figlio maggiorenne stia ancora studiando all’università, i genitori saranno comunque tenuti a provvedere a lui fino a quando grazie al raggiungimento della laurea e all’introduzione nel mondo del lavoro sarà in grado di mantenersi.
Tuttavia, va detto che i genitori hanno non soltanto dei doveri, ma anche dei diritti, nei confronti dei figli, come ad esempio il diritto di accedere ai dati universitari ed in particolare di poter verificare l’effettiva iscrizione degli stessi al corso di studi, nonché il superamento degli esami e ciò al fine di poter chiedere una riduzione o la revoca dell’assegno di mantenimento stesso.
In particolare, al genitore obbligato al mantenimento dei figli è stata riconosciuta la titolarità di una posizione giuridicamente rilevante che lo legittima ad accedere, prendere visione ed estrarre copia della documentazione relativa agli studi universitari dei figli, ivi compresi i voti conseguiti durante i singoli esami.
Secondo la giurisprudenza, infatti, l’interesse personale del richiedente a tutelare in sede giudiziaria la propria sfera giuridica è prevalente sul diritto alla riservatezza della prole.
In forza di ciò, nel caso in cui il genitore dovesse scoprire che in realtà il figlio non si impegna particolarmente negli studi e trascorre le proprie giornate in panciolle, ben potrà agire in giudizio e chiedere la riduzione o la revoca dell’assegno stesso.
La giurisprudenza, infatti, ritiene che il dovere di mantenimento dei figli maggiorenni viene meno quando il figlio studente, per sua ingiustificata inerzia, non provvede a terminare gli studi, ovvero sostiene pochissimi esami con scarsi risultati.
Il principio di base dal quale le pronunce giurisprudenziali di questo segno hanno preso le mosse è che l’assegno di mantenimento non persegue una funzione assistenziale illimitata nel tempo e tale da “coprire le spalle” anche a figli che, pur avendo ampiamente superato la maggiore età, restano degli eterni Peter-Pan.
I giudici hanno infatti più volte ritenuto legittima la revoca dell’assegno in tutti i casi in cui l’indipendenza economica dei propri figli tardi ad arrivare a causa del comportamento negligente, dell’inettitudine o della trascuratezza degli stessi.
COSA NE PENSO IO?
Credo che sia assolutamente corretto che i genitori abbiano accesso ai dati relativi alla carriera universitaria dei figli.
Si tratta, infatti, a mio parere, di uno strumento molto utile per incentivare l’auto-responsabilità dei figli, per tale intendendosi il dovere degli stessi di prodigarsi nello studio e nella preparazione professionale ovvero nella ricerca di un’occupazione e ciò al fine di non gravare eccessivamente e per più del tempo strettamente necessario sulle spalle di mamma e papà.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.
Avv. Fulvia Fois
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