Femminicidio: quali tutele per gli orfani delle vittime?

L'avvocato del Foro di Rovigo Fulvia Fois si occupa dei figli di donne uccise e del fondo per le vittime di crimini violenti

Care lettrici e cari lettori, questa settimana parliamo di un argomento molto delicato ma di estrema attualità che purtroppo ha caratterizzato le principali notizie di cronaca degli ultimi tempi.

Solo pochi giorni fa, infatti, siamo stati tutti scossi dalla notizia dell’uccisione di una giovane mamma ad opera del compagno, che non rassegnandosi alla fine della relazione, ha deciso non solo di togliere la vita alla donna, ma anche di suicidarsi, lasciando così priva dei genitori una ragazzina di 15 anni.

Quando si parla di femminicidio è inevitabile pensare alla sofferenza delle vittime, a quello che hanno dovuto sopportare, nonché a quello si trovano a dover passare anche le loro famiglie.

Un pensiero va anche alle famiglie di quegli uomini che si sono macchiati di crimini atroci, famiglie che, in un modo o nell’altro, si trovano a loro volta a dover dire addio ad un figlio, o perlomeno a dire addio alla persona che credevano fosse.

Oggi però voglio parlare di chi, in queste situazioni, rischia di passare quasi inosservato, ovvero i cosiddetti orfani di femminicidio.

Quando parliamo di orfani di femminicidio facciamo riferimento a tutti i bambini e le bambine minori d’età, ma anche ai ragazzi e alle ragazze maggiorenni ma non economicamente autosufficienti che, purtroppo, dopo aver assistito magari per anni a violenze e soprusi, a seguito dell’uccisione di un genitore da parte dell’altro, si ritrovano improvvisamente senza una mamma e senza un papà.

Si tratta di bambini la cui vita viene improvvisamente sconvolta: figure talmente piccole, indifese e fragili che finiscono per essere per passare in secondo piano ed essere dimenticate.

Ma cosa prevede il nostro Paese al riguardo? Ci sono delle tutele per gli orfani di femminicidio?

Per capire come stanno, allo stato, le cose in Italia è bene partire da un dato a dir poco eloquente: ad oggi non sappiamo quanti siano gli orfani di femminicidio sul territorio italiano.

Non vi sono numeri certi, non ci sono statistiche e i pochi dati a disposizione – raccolti da associazioni – rappresentano soltanto la punta dell’iceberg, con la conseguenza che, anche le stesse associazioni, riescono ad avvicinare soltanto una piccola parte dei bambini e dei giovani interessati.

Questa approssimazione si riconosce, purtroppo, anche in riferimento alle forme di tutela previste e dedicate a questi ragazzi.

Allo stato, infatti, l’unica forma di tutela prevista dal nostro ordinamento nei confronti di questi ultimi è costituita dal fondo per le vittime di crimini violenti.

Il fondo consiste in risorse finanziarie volte a sostenere gli orfani di femminicidio e le famiglie cui questi sono stati affidati, nelle spese sanitarie, di istruzione formazione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro.

Nel 2020 le risorse messe a disposizione ammontavano a 12 milioni di euro: ma è sufficiente?

I punti dolenti, in realtà, sono molteplici.

In primo luogo, la mancanza di numeri certi rende evidente come il fenomeno, essendo sconosciuto, non possa essere adeguatamente tutelato.

Secondo – ma non meno importante – aspetto è il fatto che il fondo è una forma di tutela pressoché sconosciuta, cui solo una piccolissima parte dei soggetti aventi diritto accede, anche a causa dalla complessità e dalla farraginosità dell’iter che i minori e le famiglie affidatarie devono seguire per poter chiedere e conseguentemente ottenere i contributi economici cui hanno diritto.

COSA NE PENSO IO?

Credo che la previsione di un fondo a tutela dei soggetti rimasti orfani a causa di crimini domestici sia uno strumento assolutamente necessario – ma da solo non sufficiente – a fornire una tutela concreta, il cui raggiungimento può essere garantito soltanto dopo un’approfondita opera di ricerca e di studio del fenomeno e soltanto attraverso una stretta collaborazione tra associazioni e servizi sociali, affinché nessuno di questi bambini e ragazzi, ma anche le famiglie che si occupano di loro, venga lasciato solo.

Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.

Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.

Avv. Fulvia Fois

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