L'accondiscendenza del sindaco di Loreo Moreno Gasparini, presidente dell'Ente Parco Delta del Po, al progetto di un nuovo impianto trattamento rifiuti con inceneritore, crea sorpresa e dissenso

PORTO VIRO (Rovigo) – A firma di Mario Mantovan, consigliere comunale a Porto Viro, per il Coordinamento civici e progressisti del Basso Polesine un nuovo intervento circa il progetto di realizzare un impianto di trattamento fanghi inquinati con inceneritore nel Comune di Loreo.

Dopo la presa di posizione assolutamente contraria delle amministrazioni di Porto Viro (LEGGI ARTICOLO) e di Rosolina (LEGGI ARTICOLO) e l’invito del presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo (LEGGI ARTICOLO) che si è dichiarato pronto a collaborare con Moreno Gasparini, sindaco di Loreo e presidente dell’Ente regionale veneto del Parco Delta del Po, “contro inutili, infondati e pericolosi allarmismi contro il bene comune”, Mantovan, firmatario anche delle osservazioni al progetto, ritorna sull’argomento.

La tutela del territorio e il rispetto dell’ambiente devono essere al centro di ogni decisione che riguarda il futuro del nostro Polesine. È con questa convinzione che interveniamo in merito alle recenti dichiarazioni del Presidente del Parco del Delta del Po sulla realizzazione di un impianto di trattamento fanghi all’interno dell’area Mab Unesco. Un progetto che solleva profonde preoccupazioni non solo per i possibili impatti ambientali, ma anche per le implicazioni sullo sviluppo sostenibile di un territorio unico al mondo.

Riteniamo necessario esprimere il nostro dissenso e invitare le istituzioni e la cittadinanza a una riflessione condivisa. In questo articolo vogliamo spiegare le ragioni di una scelta che consideriamo inappropriata per il nostro territorio, ribadendo l’importanza di tutelare le eccellenze ambientali e culturali che rendono il Delta del Po un patrimonio inestimabile” afferma Mantovan.

“Le parole di Gasparini sulla vicenda dell’inceneritore ci hanno sorpreso, per tanti motivi. Primo, perché ritenevamo che lui condividesse le preoccupazioni del nostro territorio e, anzi, eravamo propensi a pensare che la posizione burocratico/pilatesca assunta dal vertice amministrativo del Parco del Delta del Po non coincidesse con la sua. Evidentemente, purtroppo, ci sbagliavamo.

Secondo, perché il sindaco di Loreo, da Presidente di un Parco che include le comunità dei comuni del Delta, dovrebbe avere rispetto istituzionale per tutti i rappresentanti di quelle comunità, siano essi di maggioranza e minoranza. Invece si è permesso di distinguere buoni e cattivi, liquidando le posizioni critiche nei confronti dell’impianto come “politica da bar”.

Terzo, perché non si è accorto che a essere fortemente critiche nei confronti del trattamento fanghi della zona Aia, non sono solo le minoranze dei comuni confinanti con Loreo, ma anche le maggioranze. Ne deriva che, secondo lui, l’intero dibattito politico nei comuni vicini è “politica da bar”.

Quarto, perché ha dimostrato di non sapere che l’area Mab Unesco è suddivisa in tre zone e che l’inceneritore ricade nella “transition zone”. Il fatto che il Presidente del Parco non conosca il perimetro dell’area “Man and Biosphere” è molto grave.

Quinto, perché le sue parole, messe a confronto con le osservazioni di chi ha studiato i documenti e ha raccolto informazioni, denotano conoscenza superficiale dell’argomento e propensione all’obbedienza a più o meno velati ordini superiori. Compito di chi ricopre il ruolo di presidente del parco dovrebbe essere, invece, l’estrema attenzione per la tutela e valorizzazione del territorio, difendedolo da ogni possibile insidia.

Sesto, perché ci saremmo aspettati una condivisione preventiva con le popolazioni, trasmettendo le informazioni attraverso gli organi del Parco che Gasparini presiede, come il Consiglio Direttivo e la Comunità del Parco. Invece no. A tal proposito ricordiamo che l’art. 8 della legge regionale 23/2018 prevede anche l’attività della Consulta del Parco e che nulla vieta di promuovere, anche adesso, incontri informativi e di ascolto con la cittadinanza e le associazioni. Noi lavoriamo, quindi, perché la prossima sorpresa sia l’inversione di rotta di chi finalmente intende, come dovrebbe, guidare il Parco prestando ascolto a chi invoca rispetto per una terra che non può continuare ad essere considerata la pattumiera dove conferire i fanghi di mezza Italia solo perché ci sono “siti liberi”.

Ogni occasione, ogni luogo di incontro e di dialogo, che contrastino un silenzio pericolosamente remissivo, possono, infatti, far acquisire consapevolezza del valore del nostro Delta, anche i bar, caro Gasparini” concludono dal Coordinamento civici e progressisti del Basso Polesine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime notizie

Ultime notizie