Emergenza casa: crescono gli sfratti anche in Provincia di Rovigo

Il segretario generale di Cgil Rovigo Pieralberto Colombo commenta i dati del Ministero dell’Interno per l’anno 2022 che segnalano il preoccupante aumento di provvedimenti di sfratto in Italia, in Veneto ed anche nella provincia di Rovigo

ROVIGO – Preoccupazione per la Cgil Rovigo dopo la pubblicazione dei dati relativi al 2022 da parte del Ministero: cresce il disagio abitativo a tutti i livelli, che rappresenta una componente rilevante delle diseguaglianze e della povertà. I dati dimostrano che nelle famiglie in affitto è più presente la condizione di povertà (in Italia su 1,9 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta sono ben 900 mila quelle che vivono in affitto, con un’incidenza della povertà quattro volte superiore rispetto a quelle che vivono in una casa di proprietà). Nel nostro Paese sono stati emessi – nel 2022 – quasi 42 mila provvedimenti di sfratto con una crescita del 9,4% rispetto all’anno precedente (più 8,9% in Veneto).

Allarmante, inoltre, anche la situazione degli alloggi per studenti universitari fuori sede che mette in discussione la concreta esigibilità dello stesso diritto allo studio (sancito dalla stessa Costituzione) per i nostri ragazzi e ragazze. In Italia, a fronte di circa 800 mila studenti universitari fuori sede, i posti letto negli alloggi universitari sono 40 mila: quindi solo il 4,9% degli studenti trova alloggio nelle residenze pubbliche o in quelle convenzionate con gli enti pubblici per il diritto allo studio. E tale problematica coinvolge ormai anche gli studenti fuori sede che studiano a Rovigo che con sempre maggior difficoltà riescono a trovare alloggi e, se li trovano, i prezzi sono spesso eccessivi per le loro disponibilità.

“Se guardiamo nello specifico ai dati della Provincia di Rovigo, pubblicati dal Ministero dell’Interno, la situazione è altrettanto preoccupante, considerata anche la cronica difficoltà legata alla disponibilità di alloggi residenziali pubblici. Nel 2022 sono stati emessi 130 provvedimenti di sfratto in Provincia di Rovigo, dei quali ben 119 per morosità, con un incremento complessivo di quasi il 6% rispetto al periodo precedente. A ciò si aggiunga che, sempre l’anno scorso, 205 sono state le richieste presentate di esecuzione di sfratto” riporta il segretario generale di Cgil Rovigo Pieralberto Colombo.

“A fronte di tali numeri è evidente quanto sia urgente elaborare una strategia complessiva per affrontare davvero, con adeguate risorse, l’articolata problematica del disagio abitativo, chiedendo a politica ed istituzioni, anche locali, di considerare la casa coma una infrastruttura sociale indispensabile. A maggior ragione nel nostro Territorio se vogliamo renderlo nuovamente attrattivo, in contrasto allo spopolamento in corso. La questione abitativa rimane infatti per la nostra Provincia una delle priorità anche per favorire uno sviluppo duraturo e di qualità, ancor più in vista di nuovi possibili insediamenti produttivi.

Come Cgil – insieme a Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari) – abbiamo a tutti i livelli avanzato anche chiare proposte:

  • rifinanziare il “fondo di sostegno per l’affitto” ed il “fondo per la morosità incolpevole” – oggi bloccato dal Governo – per contribuire ad abbassare l’incidenza dei canoni sui redditi delle famiglie in difficoltà.
  • Incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, con un programma pluriennale adeguatamente finanziato, anche attraverso la riqualificazione del patrimonio urbano non utilizzato. Integrare poi l’edilizia pubblica con quote di edilizia residenziale sociale (ERS) attraverso la collaborazione tra soggetti diversi a carattere istituzionale, associativo, imprenditoriale e cooperativo, come da tempo avviene in molti Paesi europei.
  • Realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio ed incrementare il “fondo studenti fuori sede” che per quest’anno dispone di soli 4 milioni di euro.
  • Rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare il cosiddetto canone concordato, favorendo così le locazioni di lunga durata e quelle transitorie per studenti.

Se si vuole davvero considerare l’emergenza abitativa come un vero problema sociale da risolvere per varie fasce della popolazione, deve essere affrontato tra le priorità con azioni concrete e destinandone, nei prossimi anni, le risorse necessarie in via privilegiata” conclude Colombo.

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