ROVIGO – Tra Sarzano e Villadose, in località Cà Matte, è stato proposto un impianto per produrre biometano da rifiuti (LEGGI ARTICOLO), oltre a quello che verrà realizzato da Ecoambiente (LEGGI ARTICOLO) ed oltre a quello di Ceregnano (LEGGI ARTICOLO).
“Al momento è il progetto più grande del Polesine. Al momento. Il fatto che le amministrazioni comunali, non tutte, per fortuna, vedi Trecenta (LEGGI ARTICOLO) per parlare di recenti contrarietà manifeste, accampino la scusa che decidere sulla fattibilità o meno dell’impianto non sia di loro competenza, ma tutto sia in capo alla Regione è un modo per scrollarsi di dosso ogni responsabilità, compresa quella sanitaria dei cittadini amministrati di cui il sindaco di un Comune è il primo responsabile” afferma l’attivista ambientalista Vanni Destro per la Rete dei comitati polesani a difesa della salute pubblica e dell’ambiente..
“A Rovigo, come finora tra decine di progetti presentati era successo solo a Ceregnano (LEGGI ARTICOLO), pare si accolga oltretutto in modo positivo questo impianto senza neppure, a quel che è dato sentire dall’assessore Lorenzo Rizzato, conoscere a fondo di cosa si tratti.
Nella stessa area sorgerà, per la gioia degli abitanti di Sarzano e Villadose, ma considerando il giro dei venti pure di altri centri urbani, Rovigo compresa, anche l’impianto per produrre il biometano da Forsu di Ecoambiente.
È quasi disarmante che i Comuni di Villadose o San Martino non facciano sentire la propria voce pur essendo chiaramente impattati da questo proliferare di impianti senza neppure essere stati consultati. Altrove ci sono Comuni che ne trascinano altri davanti ai tribunali nella medesima situazione, o che si oppongono ad autorizzazioni alla costruzione già rilasciate, o che richiedono conferenze di servizi per bocciarne addirittura una paio”.
Per Vanni Destro è importante sottolineare che le amministraxioni comunali non sono solo coinvolte nelle decisioni, ma possono pure condizionarne l’esito, dando parere sfavorevole.
“Da ultimo è da stigmatizzare la pessima tendenza di parecchi Comuni di tenere i propri cittadini all’oscuro di quel che viene proposto in termini di impianti per impedire, evidentemente, manifestazioni popolari contrarie – conclude il portavoce della Rete dei comitati polesani a difesa della salute e dell’ambiente – Una vergognosa consuetudine, purtroppo, che stiamo comunque contrastando”.
Ipotesi della tabella di alimentazione di un impianto per la produzione di biometano come quello in richiesta di approvazione a Sarzano
Per l’ex sindaco Edoardo Gaffeo “esiste una precisa scelta politica, in base alla quale il basso Veneto – bassa Veronese e Polesine, insomma – sono stati individuati come i territori da trasformare in un vero e proprio distretto energetico, su cui far convergere tutti questi impianti.
Perché qui siamo pochi, perché qui siamo lontani dai centri che contano, perché qui i terreni valgono meno, perché qui l’attenzione delle televisioni e degli altri mezzi di comunicazione non arriva, perché siamo considerati cittadini di serie B. E perchè l’amministrazione di destra che governa Rovigo obbedisce, supina” conclude il presidente della associazione Civica per Rovigo.