BADIA POLESINE (Rovigo) – Una formale diffida ad adempiere contro la delibera di Giunta Comunale 30/2024: “approvazione della proposta di “project financing per la realizzazione del forno crematorio” in prossimità dell’area cimiteriale della frazione di Crocetta a Badia Polesine (RO) (LEGGI ARTICOLO), è questo il primo degli strumenti legali che intende utilizzare il comitato Terre Nostre affiancato in altopolesine da Moreno Ferrari che aveva già manifestato pacificamente sotto il municipio di Badia Polesine (LEGGI ARTICOLO) con il proprio comitato ambientalista.
Il Comitato dei cittadini di Crocetta (LEGGI ARTICOLO) in collaborazione con il comitato Terre Nostre di Lendinara, appreso i contenuti della deliberazione di giunta del Comune di Badia Polesine con cui è stato approvato il documento di “project financing” presentato dall’Associazione temporanea di imprese per la realizzazione di un impianto con annesso forno crematorio nell’area adiacente al locale cimitero della frazione di Crocetta esprime massima contrarietà all’operato dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Rossi.

Secondo quanto riportato nella diffida: “la realizzazione del progetto menzionato non costituisce punto programmatico edificante lo sviluppo della comunità badiese, rappresentando perlopiù uno spicciolo interesse di qualcuno a discapito del benessere psico fisico dei cittadini, con enorme detrimento socio economico, dal valore immobiliare delle aree circostanti quella di progetto, all’impatto sociale connesso al transito continuo di carri funebri, nonché per la compromissione della qualità ambientale della zona rurale ove esso si impone”.
Inoltre, secondo i comitati: “le norme di regolamentazione tecnica di tale tipologia impiantistica sono ancora in via di definizione, come rappresenta chiaramente l’ARPAV nel suo documento di indirizzo posto a supporto della Deliberazione del Consiglio Regionale 26 febbraio 2019 n. 32 ove si riscontra:
- allo stato attuale non essendo ancora state emanate norme tecniche a livello nazionale rimangono da approfondire alcuni aspetti sull’andamento del processo e su questioni ad esso correlato come tempi del processo, temperature, sostanze formatesi, emissioni…
da cui discende che saranno definiti i limiti emissivi pertinenti solo a valle dei monitoraggi in corso sugli impianti esistenti, sottintendendo anche quelli in fase si approvazione come questo;
- l’Italia, e la pianura Padana in particolare, sono bersaglio di continui superamenti delle concentrazioni di inquinanti atmosferici e di polveri sottili, per effetto dei quali continua lo stato d’accusa Eurounitario contro l’Italia, con l’attivazione di procedure di Infrazione comunitaria;
ciò nonostante l’approvazione dell’accordo bacino padano sottoscritto nel 2015 per fronteggiare la procedura di infrazione comunitaria del 2011 conclusasi con Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 19 dicembre 2012 . Causa C-68-11, si ritrova nuovamente sottoposta a procedure di contestazione per il mancato rispetto delle norme sulla qualità dell’aria (sentenze CGUE 10 novembre 2020 (C-644/2018), cui si aggiungono le procedure del 2020 e di marzo 2024. - della necessità di rispondere al principio di precauzione sancito dal diritto eurounitario (art. 191 TFUE) anche a fondamento dalle norme tecniche di settore (Ambientali, sanitarie, movimentazioni merci/rifiuti…)
- della necessità di rispettare il principio costituzionale sancito dal combinato disposto dagli artt. 9 e 32 della Costituzione Italiana”.
Il comitato pertanto diffida tutti gli Enti interessati direttamente per il rilascio delle autorizzazioni chieste e necessarie alla realizzazione del forno crematorio in esame con riserva di adire a legittime forme di tutela dei diritti costituzionali di salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente.
