PARMA – “Sangue, sudore e lacrime”!!! E’ questa l’immagine dello scudetto della FemiCz Rovigo che ha strappato il tricolore al Petrarca con tutta la passione e l’orgoglio di cui è capace quando a sospingerla c’è un’intera città. I bersaglieri hanno vinto una finale difficilissima, vissuta in apnea contro un avversario che le ha provate tutte per non cedere lo scudetto, ma quando il Rovigo gioca da Rovigo c’è poco da fare. Come era nelle attese è stato il Petrarca a dettare il ritmo della gara in virtù di una maggiore efficacia nella conquista e nel possesso del pallone. La FemiCz Rovigo, dal canto suo, ha alzato un muro davanti alla propria area di meta difendendola come un limite invalicabile oltre il quale nessuno, nemmeno i campioni d’Italia in carica, poteva andare.
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Alessandro Lodi, il tecnico rodigino “doc” che ha riportato il tricolore in Polesine alla sua prima esperienza sulla panchina rossoblù, ha costruito una linea difensiva superba che dal primo all’ultimo minuto non ha mai perso efficacia e attenzione. A Parma si è vista una FemiCz Rovigo da battaglia che ha usato le sue armi migliori, quelle da quasi 90 anni sono il marchio di fabbrica del rugby rossoblù: sacrificio, volontà, abnegazione e tanto, tanto cuore. Rovigo e Petrarca hanno dato vita a una partita che più intensa non si può. Contrariamente ai pronostici sono stati padovani a commettere più errori non riuscendo a sfruttare al meglio le loro migliori percentuali di possesso e di territorio. Costringerli all’errore, alla scelta affrettata, è stata, però, la splendida prestazione della FemiCz Rovigo che ha chiuso ogni varco e che nella sfida del pack non ceduto un solo millimetro. In più, rispetto ad altre occasioni, i rossoblù sono stati concreti come non mai trasformando in punti ogni occasione favorevole. Chiudere il secondo tempo con un parziale di 6 a 0 giocando quasi sempre nella propria metà campo resistendo all’assedio del Petrarca è stato una sorta di miracolo, anzi di “miracoLodi”!
Se è giusto tributare il giusto riconoscimento al giovane tecnico rodigino, nel momento del trionfo è sempre il Presidente Francesco Zambelli a meritare l’applauso più grande dei tifosi rodigini per questo scudetto. Il drop di Montemauri a una manciata di secondi dal termine ha sancito una vittoria costruita con la pazienza di chi è consapevole delle proprie capacità. Con questo scudetto i rossoblù pareggiano i conti con il Petrarca (14 titoli a testa) ma sembra quasi che le due squadre si siano date appuntamento alla prossima finale per un’altra serata da brividi come lo è stata quella di quest’anno con uno stadio pieno, una gara tirata fino al termine, tanto tifo e nessun incidente. Il rugby italiano ha ancora bisogno di Rovigo e Petrarca, della loro rivalità, dei loro ambienti e della loro tradizione. Il fischio finale di Gnecchi è una liberazione per il popolo rossoblù, sia per quello presente sugli spalti di Parma che per quello in trepidante attesa a Rovigo. Che la festa abbia inizio.
La finale inizia con il kick-off sbagliato di Faiva che calcola male la traiettoria e regala la prima mischia chiusa alla FemiCZ Rovigo che tiene il possesso e testa fisicamente la linea difensiva trovando il primo penalty della serata sulla linea dei 40 metri. Montemauri non sbaglia, Rovigo avanti 3 a 0. Il Petrarca reagisce e si installa in campo rodigino, con azioni percussive ripetute su tutto il fronte che mettono a dura prova la tenuta della linea difensiva rossoblù. Si trovano a meraviglia, in particolare, i due centri in maglia nera, con linee di corsa capaci di rompere ogni volta il primo placcaggio, forzando a recuperi in apnea gli uomini di Lodi. Al 15’ off-side del Rovigo davanti all’acca, Lyle spara sicuro in mezzo ai pali per il 3 a 3. Il match si scalda, con gli avanti a fronteggiarsi a muso duro e placcaggi sempre più ruvidi: Padova si impone fisicamente nel breakdown e al 23’ si guadagna il penalty del suo primo vantaggio, a firma Lyle, 3 a 6. Al restart bersaglieri arrembanti, Van Reenen spezza un attacco petrarchino con un placcaggio devastante sulla metà campo, sul recupero l’arbitro fischia un fallo al Petrarca, penaltouche con palla controllata in avanzamento per il guizzo di Stavile che schiaccia. Montemauri non sbaglia da posizione molto defilata, Rovigo avanti 10 a 6.
Al 34’ fallo rodigino dentro i propri 22, Padova opta per la penaltouche e imposta il drive che però la FemiCz tampona e va poi a controllare, trovando il fischio arbitrale a favore che fa sfumare l’azione. La pressione delle maglie nere non lascia respirare gli avversari, costretti in trincea davanti alla propria linea fino alla fine del primo tempo, con fallo in pieno recupero: Lyle non ha dubbi, 10 a 9 e squadre al riposo. Nella ripresa il Petrarca parte subito all’attacco, ma la difesa è solida e si guadagna una punizione che sposta il gioco dentro i 22 in attacco, con la mischia nera a confermarsi decisamente in serata nelle fasi di conquista. La tensione è a mille, con entrambe le squadre a combattere sul breakdown senza esclusione di colpi. Al 48’ fallo del Petrarca su un multifase degli avanti rossoblù; Montemauri chiama i pali e non tradisce, 13 a 9.
Al 52’ gioco fermo e sanitari in campo per soccorrere De Masi, che placca durissimo su Tavuyara lanciato dritto per dritto ma resta a terra sull’impatto. Il centro petrarchino esce in barella tra gli applausi, al suo posto Capraro. Al 57’ è di nuovo sfida in rimessa laterale: i bianconeri rinunciano a piazzare un calcio facile puntando al bottino grosso, ma la difesa è nuovamente cinica a respingere trovando il calcio a favore. L’erosione fisica e territoriale delle maglie nere non conosce sosta, al 65’ la meta sembra cosa fatta ma sul gioco a terra Rovigo è davvero abile con le mani e l’attacco è nuovamente respinto. Negli ultimi 10 minuti il Petrarca è sempre in attacco, sfruttando una decisa predominanza fisica sul breakdown e in mischia chiusa, ma l’indisciplina negli ultimi metri prima della meta rimane un problema, mentre dall’altra parte l’attitudine al placcaggio è il vero marchio di fabbrica della serata rodigina. Al 78’ pubblico rossoblù in delirio: Rovigo riesce a mettere la testa in campo padovano dopo una vita, gli avanti lavorano sulla verticale nascondendo la palla costruendo la base per il drop di Montemauri, schierato a zero a 35 metri dai pali. Balistica perfetta, Rovigo avanti 16 a 9 a pochi secondi dalla fine. Scudetto numero 14, Rovigo in festa.
Peroni Top10, Finale Scudetto 2023
Domenica 28.05.2023, Stadio Lanfranchi, Parma
Kick-off ore 21:15, diretta simulcast Rai 2 e Eleven Sports a partire dalle 21:00
Femi-CZ Rovigo Delta v Petrarca Rugby 16-9 (10-9)
Marcatori: PT 6’ c.p. Montemauri (3-0); 15’ c.p. Lyle (3-3), 23’ c.p. Lyle (3-6); 30’ m. Stavile, t. Montemauri (10-6); 40’ c.p. Lyle (10-9). ST 49’ c.p. Montemauri (13-9); 79’ drop Montemauri (16-9)
Femi-CZ Rovigo Delta: 15. Diederich Ferrario (c); 14. Sarto, 13. Tavuyara, 12. Van Reenen, 11. Moscardi (31’ Uncini); 10. Montemauri, 9. Chillon (70’ Bazan Vélez); 8. Casado Sandri (59’ Sironi), 7. Cosi (77’ Lubian), 6. Stavile; 5. Lindsay, 4. Steolo (49’ Ferro); 3. Swanepoel (22’ Pomaro), 2. Giulian (49’ Ferraro – 80’ Giulian)), 1. Quaglio (61’ Leccioli)
A disposizione: 24. Ferraro, 17. Leccioli, 18. Pomaro, 19. Ferro, 20. Lubian, 21. Bazan Vélez, 22. Uncini, 23. Sironi
Allenatore: Alessandro Lodi
Petrarca Rugby: 15. Lyle; 14. Esposito, 13. De Masi (53’ Capraro), 12. Broggin, 11. De Sanctis; 10. Faiva, 9. Tebaldi (70’ Citton); 8. Trotta (c), 7. Nostran, 6. Casolari (61’ Michieletto); 5. Panozzo (59’ Ghigo), 4. Galetto (67’ Montagner); 3. Hughes (67’ Bizzotto), 2. Cugini (61’ Carnio), 1. Spagnolo (67’ Borean)
A disposizione: 16. Borean, 17. Carnio, 18. Bizzotto, 19. Michieletto, 20. Ghigo, 21. Citton, 22. Capraro, 23. Montagner
Allenatore: Andrea Marcato
Arbitro: Gianluca Gnecchi
Assistenti: Federico Vedovelli, Clara Munarini
Quarto Uomo: Filippo Russo
TMO: Matteo Liperini
Citing Commisioner: Maurizio Vancini
Cartellini: nessuno
Calciatori: Montemauri (ROV) 4/4 Lyle (PD) 3/3
Note: serata calda e afosa, terreno in ottime condizioni, spettatori 4000, Scudetto n.14 per la Femi-CZ Rovigo. Sull’organizzazione ne parleremo a tempo debito.
Player of the Match: Stavile (ROV)